24 milioni di occupati: Il mercato del lavoro italiano, tra luci e ombre*

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Bollettino ADAPT 2 settembre 2024 n. 30
 
A luglio il mercato del lavoro italiano ha superato la cifra record di 24 milioni di occupati. Sono ormai diversi trimestri che l’andamento dell’occupazione ci ha abituato a toccare soglie inedite, tanto che oggi abbiamo, per esempio, il più alto numero di occupati, il più alto tasso di occupazione, il più alto numero di occupate donne, il più alto numero di occupati a tempo indeterminato. Cifre che non possono che essere accolte positivamente, soprattutto per quanto riguarda alcuni elementi qualitativi che sembrano andare controcorrente rispetto a quanto si poteva immaginare solo qualche anno fa. In particolare la performance dell’occupazione femminile è da osservare con grande soddisfazione, sottolineando una crescita nell’ultimo anno doppia rispetto a quella maschile. Così come una crescita molto significativa (quasi 450 mila occupati) tra coloro che hanno un contratto tempo indeterminato, segnale che le imprese italiane stanno, in parte, cambiando il loro approccio nei confronti delle modalità di accesso al mercato del lavoro, anche a causa della grave crisi dell’offerta che le dinamiche demografiche stanno generando.
 
A fianco di questo scenario positivo vi sono alcuni elementi che è utile osservare sia perché ci consegnano fenomeni ancora non del tutto chiari, sia perchè rappresentano ombre che il mercato del lavoro italiano deve ancora affrontare. Un primo elemento su cui interrogarsi è il fatto che nel mese di luglio la crescita occupazionale è stata totalmente determinata dai lavoratori autonomi che aumentano di 75mila unità in un mese e di oltre 250mila in un anno, tornando ai livelli pre-pandemici. Cosa significa questa crescita per il mercato del lavoro italiano? Di che tipologia di lavoratore autonomo si tratta? Può questo dato spiegare in parte il disallineamento tra l’andamento dell’occupazione e quello del Pil? Sono domande alle quali sarà importante rispondere nei prossimi mesi. Un secondo elemento che invece preoccupa è la recente risalita del numero degli inattivi, vero vulnus del mercato del lavoro italiano. Nel solo mese di luglio, infatti, gli inattivi aumentano di 73mila unità e tra questi la grande maggioranza (63mila) sono donne e si concentrano soprattutto tra i giovani under 35 (+54mila).
 
E proprio il fronte giovanile sembra un tema ancora non risolto, nonostante il forte recupero dell’occupazione dopo il calo pandemico. Infatti, se si depurano i dati dall’impatto della trasformazione demografica, che chiaramente premia gli occupati più maturi, i giovani continuano ad arrancare. Se quindi possiamo essere soddisfatti di una congiuntura che mese dopo mese porta ad accrescere la quota di occupati, storicamente troppo bassa nel nostro Paese, è urgente riporre al centro il tema di come questo trend possa da un lato sposarsi con una crescita di produttività che richiede investimenti in competenze e formazione (di cui si parla troppo poco) e, dall’altro, evitando che si vada sempre più a creare una polarizzazione tra occupazioni basse e instabili e una quota crescente di lavori di livello più alto. La sfida resta quella di una crescita della qualità del lavoro per tutti e in tutti i settori, senza lasciare indietro nessuno.
 

Francesco Seghezzi
Presidente ADAPT

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*pubblicato anche su Il Sole 24 Ore col titolo Ora più attenzione alla produttività, 31 agosto 2024

24 milioni di occupati: Il mercato del lavoro italiano, tra luci e ombre*