Da molti decenni si discute in Italia di riforme del mercato del lavoro. Le riforme proposte e realizzate si sono concentrate soprattutto sugli aspetti che riguardano la flessibilità: la disciplina della cosiddetta mobilità in entrata ed in uscita, i costi ed i tempi dei licenziamenti e delle assunzioni, il dibattito sull’articolo 18, le forme contrattuali più idonee ad assicurare, prima, questa flessibilità (la riforma Treu 1997, Biagi 2003), poi, a mitigarne le conseguenze: la precarietà ed il dualismo tra lavoratori protetti e non protetti. Infine, le riforme più recenti (Fornero 2012) hanno esteso le tutele del reddito, quali le indennità di mobilità e disoccupazione. Le proposte di riforma oggi al centro del dibattito politico, il Jobs Act di Renzi, riguardano ancora una volta le forme contrattuali più idonee a coniugare flessibilità e tutele dei lavoratori.
Flessibilità, mito infranto del lavoro in Italia