Gli ultimi dati diffusi dall’Istat sulla Sicilia fotografano una situazione di allarme: disoccupazione giovanile al 53,8%, inattività al 77% . Secondo le stime del Ministero, il tasso di NEET sfiorerebbe il 34%. Ci racconta, vista da chi quella realtà la vive ogni giorno come operatore del territorio, qual è la situazione dei giovani siciliani e quella delle aziende del territorio?
Questi numeri, sicuramente di allarme, si collocano in uno ad altri dati: nell’Isola il PIL in sei anni è diminuito di ben 14 punti percentuali con un tasso di crescita delle aziende che vede un dato negativo delle imprese artigianali. In Sicilia solo nel 2013 sono andati persi ben 67.000 posti di lavoro, e son tanti. Un dato positivo proviene invece dall’aumento dell’export che però non basta da solo a sostituire la perdita del PIL. I dati sulla disoccupazione giovanile non sono esclusivamente determinati dalla crisi ma nascono anche da un mutamento culturale che ha allontanato i giovani siciliani, e non solo, dall’agricoltura, dalle arti e dai mestieri. In Sicilia il sistema formativo, in attesa di una ancor oggi non chiara riforma ed in attesa delle decisioni in materia a livello nazionale, ha ridotto notevolmente la propria offerta per via di una notevole contrazione di finanziamenti, dall’obbligo formativo alla formazione continua, anche in quanto coinvolto da indagini giudiziarie, anche da parte della magistratura contabile. La Regione, oramai da tre anni, non è dotata di un Piano Regionale dell’Offerta Formativa puntando su Avvisi Pubblici. Sul versante aziende, diverse significative realtà nel territorio hanno spontaneamente chiuso o sono stati costretti a procedure concorsuali. Non mancano nell’Isola, in particolare Catania, casi significativi quali la Micron, leader mondiale nella produzione di memorie, che solo circa un mese fa ha visto concludere al Ministero del Lavoro una procedura di mobilità. O casi, come l’Averna – proprio di Caltanissetta –, leader degli amari, che ha ceduto l’azienda poco prima di Pasqua al Gruppo Campari. Non assolutamente secondaria la circostanza che il sistema economico si fonda parecchio sulle commesse con il pubblico, il quale per liquidare ha necessità del Durc. Un recente intervento della CNA isolana evidenzia come la crisi ha attivato un circolo vizioso che conduce ben l’80% delle ditte a non essere in regola con i contributi. Ciò provoca perdita di agevolazioni, anche contributive, e di credito. La perdita delle agevolazioni contributive tramite il c.d. Durc interno influenza negativamente, in uno all’accentuato stato di crisi in Sicilia – e lo testimoniano i numeri prima individuati – l’inserimento di nuove unità lavorative.
Lei che è un operatore del settore, ci può raccontare il suo punto di vista su come le aziende siciliane si approcciano all’inserimento dei giovani: con quali contratti, con quali prospettive ma soprattutto con quali difficoltà?
Le difficoltà sono quelle di tutte le imprese d’Italia aggravate da un divario strutturale. Determinate da disposizioni incerte e farraginose, da lungaggini burocratiche e un sistema bancario che non supporta. Le imprese, per quanto assumono, preferiscono i giovani individuandoli tra coloro che mostrano versatilità in mansioni diverse ma spesso lamentano difficoltà legate all’inserimento.
A tal fine ricercano forme contrattuali che possono condurre ad un costo del lavoro approcciabile. Nel nostro territorio, poi, proprio per l’alto tasso di disoccupazione, ricercano giovani con almeno due anni di disoccupazione, così da invocare le agevolazioni contributive. Negli ultimi anni, nel primo inserimento, sono stati attivati anche tirocini. Meno hanno voluto far ricorso all’apprendistato preoccupati degli oneri e, soprattutto, delle sanzioni cui possono incorrere. Riguardo alle prospettive devo dire che si approcciano a un nuovo rapporto tendendo al durevole. Certo, proprio per quel divario anche in termini di distanze e quindi maggiori costi, tendono molto ad osservare costantemente il costo del lavoro. Almeno questa è la mia esperienza.
La Regione Sicilia sul piano Garanzia Giovani ci sembra ferma. È davvero così? Nei giornali si legge che un primo incontro per discutere il piano dovrebbe avvenire il 9 maggio. Su cosa si punterà maggiormente e quali sono a suo avviso le azioni più utili?
Per la verità, per quanto conosco, un primo incontro è avvenuto il 9 aprile durante il quale è stato consegnato al partenariato sociale una bozza del Piano esecutivo. Il 9 maggio si dovrebbe discutere del piano per poi transitare, dopo l’approvazione della Giunta regionale, al Ministero per quanto di competenza e la successiva sottoscrizione della Convenzione. Un piano nel quale non si è voluto entrare nel merito, almeno sino all’ultimo incontro della Regione con le OO.SS. CGIL, CISL e UIL del 30 aprile. Ci vuole ancora tempo, quindi. Nel contempo è partito il portale il quale, nei primi giorni, ha già raccolto 7.500 immissioni di utenze. Di queste, quanti sono provenienti dai giovani siciliani? A costoro, oggi, non sappiamo cosa si offre.
La Regione ha pubblicato una prima direttiva il 6 maggio individuando misure con caratteristiche generali e trasversali con l’individuazione delle azioni già specificate nel piano nazionale. Anche in Sicilia si punterà, principalmente, su accoglienza, presa in carico e orientamento, formazione mirata all’inserimento, tirocinio extra-curriculare e sostegno all’autoimpiego e all’autoimprenditorialità. Di minore rilievo finanziario il progetto prevedrebbe l’erogazione del bonus occupazionale, modulato in relazione alle modalità di assunzione, aiuti all’apprendistato.
A Garanzia Giovani dovrebbe poi aggiungersi il cosiddetto Piano giovani dei fondi del Piano di azione e coesione volti ad inserire giovani under 35 negli studi professionali mediante tirocini sul quale l’Assessorato ha avviato una serie di incontri con gli ordini professionali i cui bandi dovrebbero partire tra fine maggio e i primi di giugno, cui aggiungere incentivi per l’apprendistato e lo start up impresa-giovani. Nel contempo è stato emesso un bando per la formazione di una short list di esperti in comunicazione.
L’ultimo rapporto ISFOL sulla situazione dei CPI in Sicilia delinea di fatto un impianto incapace di reggere da solo l’avvio della Garanzia Giovani. Come lavorano i CPI nel territorio? saranno in grado da soli di avviare in modo efficace la GG?
Secondo dati della CGIL su 8.713 operatori dei CPI presenti in tutta Italia ben 1.582 sono in Sicilia e di essi solo il 49,4% sono utilizzati nel front office. Da qui allora la scelta di potenziare gli operatori dei CPI mancanti di idonee professionalità con gli operatori, opportunamente qualificati o riqualificati, degli sportelli di servizi formativi, i cosiddetti “sportelli multifunzionali”, al fine di erogare azioni di orientamento, bilancio delle competenze, accompagnamento. Però per quanto poi mi è dato sapere gli operatori dei CPI non sono stati formati sul piano Garanzia Giovani.
Uno dei pilastri della raccomandazione europea sulla Garanzia Giovani prevede il rafforzamento della cooperazione pubblico e privato nella gestione delle politiche attive young oriented. Gli ultimi dati del Ministero segnalano che non è ancora operativo un sistema di accreditamento. Ci può raccontare come stanno le cose?
Si in effetti manca un sistema di accreditamento dei servizi dell’impiego. La Regione circa un anno aveva predisposto una bozza di accreditamento con l’obiettivo di rafforzare il sistema regionale dei servizi per il lavoro formalizzando il sistema di relazione pubblico-privato. Aveva anche predisposto una governance progettando un sistema di cooperazione con l’ampliamento dei punti di offerta dei servizi. La bozza, tale è rimasta, è stata superata, nelle more della riforma dei servizi per l’impiego a livello nazionale, dalla scelta di affidare in house quelle attività che sino a settembre 2013 erano svolte dai cosiddetti “sportelli multifunzionali”, già parte di una rete coordinata e gestita dalla stessa Regione.
Quale dovrebbe essere secondo lei la ricetta per un’efficace implementazione della Garanzia Giovani nella sua Regione?
Intanto veicolare un messaggio di speranza per evitare lo spopolamento, soprattutto dei giovani sui quali vanno costruite tutte le azioni. Come si diceva prima in poco tempo la Regione avrà disponibili insieme alla Garanzia Giovani un’altra opportunità, il “Piano giovani” e quindi una progettualità comune, non disgiunta da un’offerta formativa seria, potrà assicurare significativi interventi a favore dei giovani con l’accompagnamento dei medesimi nel reale mondo del lavoro si da consentire loro una scelta consapevole. Per “crearsi o creare un posto di lavoro”. Coniugando i due pacchetti con una riqualificazione del sistema formativo isolano ritornando all’adozione del Piano Regionale dell’Offerta Formativa quale strumento, flessibile e il meno formale possibile, per leggere il territorio, non solo isolano, e individuare, in modo non rigido, le esigenze formative del territorio che devono essere si legate alle imprese ma anche alle scelte di politica economia regionale. Un esempio: nell’Isola non si riesce a sfruttare appieno la prima potenziale attività, il turismo, malgrado la Sicilia sia la prima delle regioni meridionali e la settima in Italia per presenze turistiche straniere e con un forte potenziale impatto anche sul suo indotto. A seguire l’agricoltura: chi ha ripuntato su di essa oggi, dal nostro territorio, fornisce grosse catene di supermercati nazionali.
Tabella a cura di Carmen di Stani
Garanzia giovani: i numeri dell’emergenza siciliana (www.regione.sicilia.it/lavoro/) |
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Tasso di disoccupazione (Istat, T4, 2013) | 15-24 53,8% | ||
15-29 46% | |||
Tasso di inattività(Istat, T4, 2013) | 15-24 77% | ||
15-29 66,9% | |||
Neet(Elab. IRES su dati Istat,T1, 2012) | 15-29 34% | ||
Stato di attuazione regionale della Garanzia Giovani | La Convenzione con il Ministero non è ancora firmata e il piano di attuazione ufficiale non è disponibile. Secondo le dichiarazioni del dirigente dell’assessorato regionale al lavoro Corsello, la misura “la procedura verrà gestita dai centri per l’impiego. Nei prossimi giorni la Regione definirà il Piano Regionale di attuazione e gli aspetti tecnici. La Regione prevede di avvalersi degli Sportelli Funzionali e la prosecuzione dell’impiego dei lavoratori attualmente in forza al progetto Spartacus. Saranno previste solo misure attive, cioè tirocini in azienda e contratti di apprendistato che verranno attivati tramite bandi destinati ad individuare le disponibilità delle aziende ad impiegare giovani sfruttando finanziamenti pubblici. Un’altra fetta di finanziamenti sarà destinata a borse di auto impiego e servizio civile”. | ||
Risorse europee destinate alla Regione Sicilia per l’implementazione della Garanzia Giovani (Ministero del Lavoro) |
178,8 milioni di euro | ||
Bacino potenziale stimato garanzia giovanili (Dichiarazioni non ufficiali assessorato) |
270.000 giovani | ||
Numero di iscrizioni al portale nazionale in 24 ore dall’attivazione |
446 | ||
Servizi per il lavoro: lo stato dell’arte (Ministero del lavoro, Indagine sui servizi per l’impiego 2013) |
Stato della normativa regionale sull’accreditamento | In via di definizione | |
Numero CPI presenti in Regione | 57 | ||
Numero medio di operatori per CPI | 24,3 | ||
Numero medio di NEET per operatore dei CPI | N. medio di NEET tra i 15 ed i 24 anni per operatore di CPI | 121 | |
N. medio di NEETtra i 15 ed i 29 anni per operatore | 223 | ||
Numero medio di NEET per CPI | N. medio di NEETtra i 15 ed i 24 anni (RCFL -ISTAT) PER CPI | 2954 | |
N. medio di NEETtra i 15 ed i 29 anni (RCFL -ISTAT) per CPI | 5415 |
ADAPT Research fellow
@GiuliaRosolen
* Consulente del lavoro iscritto all’Ordine di Caltanissetta dal 1979. È revisore contabile dal 1978 e Direttore del Centro Servizi Enaip di Caltanissetta. È autore di alcune pubblicazioni e di approfondimenti su tematiche di pratica professionale.