A ben vedere dovrebbe essere la chiave d’ingresso prevalente dei giovani nel mondo del lavoro. Una tappa obbligata per acquisire competenze. Una sorta di periodo in cui dimostrare la propria affidabilità e la propria volontà di apprendere in prospettiva di maggiori responsabilità all’interno dell’organigramma aziendale. La Commissione Europea, consapevole della sua importanza, ha persino promosso l’iniziativa denominata «Alleanza europea per l’apprendistato» con l’intento di avviare uno scambio continuo di esperienze tra i governi. Peccato che il modello italiano sia pieno di lacune e incertezze tale da convertirsi nell’anello debole dell’Unione in un Paese in cui la disoccupazione giovanile è a doppia cifra, i neet veleggiano oltre quota due milioni e gli under 29 (ora destinatari del singhiozzante, per ora, programma Garanzia Giovani) siano per ora sacrificati in attesa che riparta davvero l’economia.