Rendere obbligatorio, nei corsi di studio, il tirocinio curriculare visto che l’esperienza in azienda fa aumentare del 14% la probabilità di trovare lavoro. Chiarire il ruolo delle università all’interno del programma “Garanzia giovani” per consentire anche agli studenti (purché inoccupati) la possibilità di usufruire degli stage (con rimborso diretto dei tirocini attivati). E per far decollare l’apprendistato di alta formazione e ricerca coinvolgere direttamente gli atenei nell’elaborazione del progetto formativo (perché meglio conoscono, a differenza delle Regioni, il piano di studi dei ragazzi e le necessità delle imprese).
La Crui, la Conferenza dei rettori, ha incontrato il sottosegretario all’Istruzione, Gabriele Toccafondi, per illustrare una prima serie di proposte per rendere più appetibili tirocini e alto apprendistato, che oggi non decollano.
I tirocini per gli studenti (i curriculari) sono gratuiti. C’è grande richiesta da parte delle aziende che però offrono esperienze full time e per lunghi periodi (3/6 mesi) poco compatibili con gli impegni universitari.
Gli stage post laurea (o extracurriculari) sono frenati invece delle diverse normative regionali e dalla previsione di una indennità da corrispondere al ragazzo. Un “vincolo” che nei fatti ha azzerato i tirocini nella Pa (non ci sono risorse) e ha condotto a un uso distorto di questo strumento: i casi di trasformazione in assunzioni vere e proprie sono pochissime.
Sul fronte poi dell’apprendistato di alta formazione, gli atenei lamentano un gap di informazione e una generale difficoltà di formare profili professionali in linea con le effettive esigenze del mercato del lavoro (considerata la competenza oggi in mano agli enti territoriali).
Di qui la richieste al Miur, e quindi al governo, di correggere il tiro. «Il raccordo scuola-lavoro è fondamentale ha sottolineato il professore di diritto del lavoro della Luiss, Roberto Pessi. Per questo va aperta una riflessione su Garanzia giovani che offre tirocini solo a ragazzi Neet, senza più collegamenti con la formazione. Il rischio è che questi rapporti poi non proseguano. E quindi bisogna investire pure su chi è ancora nel percorso di studi». Quanto all’alto apprendistato, ha aggiunto Pessi, «va rafforzato il ruolo dell’università e il dialogo con l’azienda. In Luiss puntiamo molto su questo collegamento e da settembre partiremo con il progetto “La biografia dello studente” rivolto a tutte le 1.400 matricole a cui sarà offerto un percorso formativo integrato in base alle esigenze delle imprese».
L’obiettivo «è arrivare a una vera contaminazione tra formazione e lavoro anche all’università ha detto il sottosegretario Toccafondi. Siamo pronti a lavorare per trovare gli strumenti più opportuni, partendo dalle esperienze proficue di alternanza già in piedi in alcuni atenei».