In Veneto cercano un «esperto» contabile rigorosamente a partita Iva. Ricapitoliamo: un esperto (professionista), in regime di consulenza, che sia anche disoccupato e abbia al massimo 29 anni. In Campania vanno per la maggiore gli operatori di call center con contratto di collaborazione. Parasubordinati con i soldi comunitari per ricordarci delle ultime offerte degli operatori di telefonia mobile. Per il Piemonte vengono segnalati diversi avvisi relativi al settore delle pulizie, mentre in Lombardia (tra i profili meno qualificati) spuntano diversi addetti al reparto ortofrutta con contratto a tempo determinato. E poi ci sono i tirocini perché il programma dello Youth Guarantee prevede anche la possibilità di opportunità formative come quello da levigatore di legnami (Veneto), estetista (Piemonte), receptionist (Sicilia), commesso di banco (Lazio), barista (sempre Sicilia).
Così con lo stage s’impara a fare il caffè, forse anche la granita. A quattro mesi dal lancio del portale governativo Garanzia Giovani le registrazioni sono oltre 169 mila secondo l’ultimo dato diffuso dal Ministero del lavoro su un totale (presunto) di oltre due milioni di inattivi. A conti fatti meno del dieci per cento della platea che s’intende raggiungere e con una progressione decrescente delle iscrizioni nelle ultime settimane.
Si dirà: bene, forse stiamo sovrastimando la disoccupazione giovanile contabilizzata dall’Istat al 43,7%. Tuttavia sul portale governativo finora campeggiano circa 13 mila opportunità formative/professionali. Così a conti fatti solo uno su tredici potrà avere una chance, fosse anche un tirocinio in un centro estetico, quando il modello originario Youth Guarantee (di estrazione nordica) finanziato da Bruxelles con un assegno da 1,5 miliardi di euro impone che a tutti i candidati venga offerta un’opportunità entro quattro mesi dalla data di registrazione. Il caso vuole gli stessi dalla nascita del portale avvenuta il primo maggio scorso.
Il quadro si colora poi di un altro dato interessante: secondo i ricercatori di ADAPT, l’associazione fondata da Marco Biagi di diritto del lavoro, oltre il 90% delle offerte di Garanzia Giovani sarebbero già state pubblicate dal portale del ministero del Welfare Cliclavoro e dai siti delle agenzie interinali, tra le quali Adecco, Gi Group, Randstad, Obiettivo Lavoro, Kelly Services, Tempor, Infogroup. L’avrebbero riscontrato attraverso un lavoro certosino fatto di verifiche con le agenzie private che effettivamente avrebbero confermato l’esistenza di selezioni aperte per alcuni profili, esattamente identici a quelli che campeggiano su Garanzia Giovani.
Finalmente la riuscita sinergia pubblico/privato auspicata anche dal Jobs ad in gestazione alle Camere? Non proprio, visto che i centri per l’impiego finora hanno chiamato per un primo colloquio di orientamento circa 23 mila candidati, cioè un settimo degli iscritti. E la scadenza dei quattro mesi (dal giorno del colloquio, come richiesto dal governo) incombe alla finestra per tutti i candidati con il rischio che il telefono taccia. Per il giuslavorista Michele Tiraboschi è «la conferma del mancato coinvolgimento delle aziende che non hanno previsto alcun piano di inserimento dei giovani nonostante gli incentivi comunitari». Oppure è solo colpa della crisi che impedisce di guardare al di là del proprio naso?