L’Ufficio parlamentare del bilancio (Upb) nel suo Focus n.6- 201 6 (di cui abbiamo elaborato in due puntate una sintesi degli aspetti a nostro giudizio essenziali) ha affrontato la questione della flessibilità del pensionamento focalizzando l’attenzione sui riflessi che le regole di pensionamento possono avere sul mercato del lavoro.
Il Rapporto passa, poi, in rassegna le principali proposte di ripristino di flessibilità, quella avanzata dall’on.
Cesare Damiano e quella presentata dal presidente dell’Inps Tito Boeri, e da ultimo l’Anticipo pensionistico (Ape) su cui è al lavoro il Governo (insieme alle organizzazioni sindacali).
Anche se non più centrali nel dibattito – così le considera l’Upb – , le prime due proposte offrono un punto di riferimento che può essere utile al disegno di nuove soluzioni. È per questa ragione che il Focus ne fornisce una valutazione di impatto a partire dal dataset dei lavoratori attivi di fonte Inps (con riferimento ai lavoratori dipendenti e a quelli autonomi).
Della proposta governativa (Ape) vengono messi in evidenza – essendo essa ancora largamente incompiuta – alcuni profili che sarà importante seguire nell’ambito della sua operatività.
Il Rapporto (curato da Nicola C. Salerno con la collaborazione di Emilia Marchionni) prende le mosse dalle critiche rivolte alla riforma Fornero (dalla quale deriva un risparmio cumulato di 88 miliardi nel decennio 201 2- 2022) per gli effetti sulle dinamiche del lavoro e della produttività. I lavoratori in età avanzata, già espulsi dal mercato a causa della crisi o che avevano compiuto la scelta di cessare il lavoro, hanno visto allontanarsi la data di pensionamento e prospettarsi l’eventualità di attendere alcuni anni senza redditi né da lavoro, né da pensione…
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