E’ stato firmato nella notte tra mercoledì e giovedì un accordo innovativo per il settore bancario (e non solo). Protagonista IntesaSanPaolo insieme con le sigle del sindacato dei bancari, Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, Uilca Uil. “Per la prima volta in Italia abbiamo voluto introdurre il lavoro misto dipendente-autonomo. Crediamo nell’importanza di sperimentare per dare un servizio sempre migliore alla clientela”, ha detto Eliano Omar Lodesani, chief operating officer del gruppo. Ma vediamo i contenuti.
Verso la pensione con il part time (e nuove assunzioni)
I dipendenti che maturano il diritto alla pensione entro il 2018 potranno accedere al pensionamento volontario incentivato (con il 75% della retribuzione annua lorda). Queste uscite (potranno essere fino a 1.450) saranno compensate con un numero di assunzioni che potrà arrivare a quota 150.
Inoltre i pensionabili sessantenni tra il 2019 e il 2020 (si parla di un bacino di circa 2.400 persone) potranno chiedere e ottenere il part time con il pagamento totale dei contributi e dei fondi pensione integrativi. Per ogni due persone in part time al 50% la banca si impegna a fare una assunzione a tempo pieno.
Arriva il “lavoro misto”
La parte più innovativa dell’accordo prevede l’assunzione di 400 promotori finanziari che saranno per metà liberi professionisti pagati a provvigione e per metà dipendenti con contratto part time verticale (2 o 3 giorni alla settimana). Potranno candidarsi coloro che hanno il patentino del promotore e possono fare offerte fuori sede ai clienti. Gente che di solito ha un contratto completamente a provvigione. A questi lavoratori verrà riconosciuto tutto il welfare aziendale al 100%: dal fondo pensione integrativo alla cassa sanitaria. «Questa è anche una importante occasione per i sindacato per allargare il perimetro della rappresentanza», fa notare Tiberio Carello, coordinatore Fabi del gruppo Intesa…
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