Il lavoro cui fa riferimento la Carta costituzionale non può che essere quello dignitoso, quello che consente la realizzazione della persona, come individuo e nella collettività, quello che viene svolto in sicurezza e con la giusta retribuzione, quello regolato dalle tutelanti disposizioni dei contratti collettivi.
Da sempre, lo sfruttamento del lavoro e dei lavoratori ha rappresentato una piaga, sociale prima che giuridica o economica. L’asservimento della persona agli interessi, la negazione di diritti e aspettative nella logica del profitto, la violazione dei più elementari diritti costituzionali e sociali in vista del profitto sono profondamente contrari a una vera logica imprenditoriale, quella libera per Costituzione, ma altrettanto giustamente condizionata al rispetto della dignità dell’uomo.
La L. 199/2016, pubblicata nella G.U. n. 257/2016, che introduce nuove disposizioni contro il c.d. caporalato, mira – nell’intenzione del Legislatore – a garantire una complessiva e maggiore efficacia dell’azione di contrasto, partendo dall’attenzione al versante dell’illecita accumulazione di ricchezza da parte di chi sfrutta i lavoratori all’evidente fine di profitto, in violazione delle più elementari norme poste a presidio della sicurezza nei luoghi di lavoro, nonché dei diritti fondamentali della persona…
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