Il 29 dicembre 2016 si sono conclusi i tavoli di vertenza sulla vicenda Almaviva, terminati con l’esubero di 1666 lavoratori. La vicenda, a forte impatto mediatico, è stata tuttavia seguita anche successivamente dalle Istituzioni e parti sociali e il 16 febbraio il Ministero del lavoro, in collaborazione con l’ANPAL, il Ministero dello sviluppo economico e la Regione Lazio, ha annunciato un pacchetto di misure di politica attiva specificatamente rivolto ai lavoratori ad oggi disoccupati.
Il pacchetto comprende diverse misure di politica attiva finanziate in parte dallo Stato (con un anticipo del fondo di rotazione poi rimborsato dal FEG, Fondo Europeo per la Globalizzazione di cui ANPAL è autorità di gestione) e in parte dalla Regione Lazio.
I lavoratori, che potranno decidere se aderire al piano o meno, godono al momento della NASPI e verranno convocati in gruppi, tra il 6 e il 24 marzo, per ricevere informazioni e direttive sul percorso che potranno intraprendere, nonché al fine di un orientamento collettivo.
Con il fine di far comunicare i lavoratori con le istituzioni, nonché di calendarizzare gli appuntamenti, la Regione ha previsto l’apertura di 5 sportelli a Roma e 1 in ogni provincia, mentre l’ANPAL ha messo a disposizione il proprio numero verde (800.00.00.39).
Successivamente, tra il 13 marzo e il 15 aprile, si avrà la chiamata individuale da parte dei CPI competenti, i quali procederanno secondo l’iter stabilito dal Decreto 150/2015.
Il primo step è la profilazione dell’utente secondo le direttive stabilite dall’ANPAL (Nota tecnica), per poi passare alla firma del patto personalizzato di servizio e all’erogazione delle misure previste
Queste sono principalmente quattro: la prima è il sostegno all’autoimprenditorialità, ovvero azioni volte a favorire l’avvio di un’attività in proprio da parte del lavoratore. Questa misura comprende tutoraggio, redazione del business plan, oltre che la possibilità di accedere ad un finanziamento (fino a diciottomila euro per lavoratore di cui quindicimila per il capitale e tremila per le misure d’accompagnamento).
Sono previste misure specifiche per gli over sessanta, ovvero l’offerta di lavori di pubblica utilità negli enti locali, per un massimo di 20 ore settimanali e 500 euro al mese. Tale misura è finanziata dalla regione Lazio, fino a 10mila euro per lavoratore.
La terza e più importante, è l’assegno di ricollocazione, ex art 23 D.Lgs 150/2015, che in questo momento si trova in fase di sperimentazione. Oltre al suo normale iter (per i dettagli si veda Articolo delibera n9) si aggiungerà anche il bonus occupazionale finanziato dalla Regione Lazio fino a ottomila euro.
Trasversale a tali misure è il bonus formazione, a carico della Regione, che prevede duemila euro per lavoratore, da utilizzare per interventi formativi coerenti con la domanda di competenze espressa dal territorio.
Il presidente dell’ANPAL, Maurizio del Conte, ha inoltre sottolineato che il pacchetto è fondato su un approccio rivolto alla domanda di lavoro, quindi ad uno scouting e mappatura del territorio e delle imprese che vi operano, in modo da raccordare i profili professionali (offerta) con le opportunità lavorative (domanda), tramite gli strumenti sopracitati. È infine stato promesso un monitoraggio della manovra.
La manovra è ovviamente mirata alla risoluzione di un caso concreto, quindi è difficile valutare se possa rappresentare una pratica trasferibile o l’avvio di una modalità di azione a più largo raggio. L’azione si connota per un ampio ricorso ad incentivi, nonché per una governance multilivello tra Stato, Regioni e privati. Bisogna comunque notare che il pool di persone è composto prevalentemente da lavoratori ad alta difficoltà di collocamento e che quindi l’incentivo può essere un valido strumento per mediare la domanda e l’offerta di lavoro.
L’assegno di ricollocazione verrà utilizzato parallelamente alla sua fase di sperimentazione sul territorio nazionale, si tratterà quindi di un intervento aggiuntivo rispetto al campione delle 20mila persone scelte per la sperimentazione. Ciò che pare fondamentale e veramente innovativo è verificare quanto efficace sarà la mappatura della domanda e quindi l’indirizzamento di tutte le misure verso concrete opportunità occupazionali, nonché l’efficacia delle attività di monitoraggio che si spera non si fermi al risultato occupazionale ottenuto ma guardi agli effetti sulla carriera dei beneficiari in modo da verificare l’efficacia a lungo termine degli incentivi.
Inoltre sarà importante capire se le istituzioni approfitteranno di tale esperienza per testare la vera asse portante dell’intero sistema delle politiche attive: il Sistema Informativo Unitario. Quest’ultimo, ora incompleto, tramite l’integrazione di diversi dati INPS, regionali e delle parti sociali, dovrebbe portare gli operatori del mercato del lavoro a conoscere senza sforzo la situazione personale del lavoratore (periodo di percepimento Naspi, esperienze lavorative, misure precedentemente effettuate) nonché quella del territorio, sia esso regionale o nazionale.
In tale modo si potrebbe iniziare a costruire un sistema che possa efficacemente replicarsi in future applicazioni, senza essere legato all’urgenza o all’attenzione mediatica del caso concreto.
Infatti è evidente che tale manovra soffra molto dell’urgenza mediatica a cui è sottoposta tale vicenda e dal peso politico che sottintende. Ciò non solo ha permesso una rapida attivazione dell’assegno di ricollocazione, ma anche una priorità dei lavoratori di Almaviva rispetto ad altri disoccupati che attendono tale misura da più tempo. Sicuramente tale l’esito di tale vicenda sarà preso come modello, a seconda del risultato finale, del funzionamento delle politiche attive in Italia e quindi determinerà anche la rilevanza che questo tema avrà nel dibattito pubblico, un tema lungamente (e tristemente) trascurato nella Penisola.
Scuola internazionale di dottorato in Formazione della persona e mercato del lavoro
ADAPT, Università degli Studi di Bergamo