Per dirla col gergo renziano, a leggere i dati sul lavoro diffusi ieri dall’Istat c’è poco da stare sereni. La pensa così anche Michele Tiraboschi, docente di Economia all’università di Modena e Reggio Emilia e presidente di Adapt, il centro studi sul lavoro fondato da Marco Biagi. “Una politica seria – spiega Tiraboschi – non può esultare per un tasso di disoccupazione in doppia cifra (11,1%) e ancor meno se si confronta col resto d’Europa”.
Eppure professore è quello che sta succedendo…
Se chi festeggia, invece di provare a difendere se stesso, leggesse con spirito critico questi dati avrebbe poco di cui gioire. L’Italia è fanalino di coda in Europa: la Germania ha un tasso di disoccupazione del 3,8%, il Regno Unito del 4,4. Il nostro 11,1% è un’enormità. Il resto è retorica. Sarebbe bello se dopo tre anni di Jobs Act anche chi l’ha voluto capisse cos’è che non funziona adottando dei correttivi.
Proviamo a guardare il bicchiere mezzo pieno: a giugno il tasso di occupazione femminile ha raggiunge il 48,8%. Buona notizia, non crede?
Sì, ma pure in questo caso bisogna fare attenzione ai facili trionfalismi. La vera notizia, leggendo quel dato, è che in Italia una donna su due in età di lavoro non ha un impiego. Nel Mezzogiorno è anche peggio: lavora solo una donna su tre. E le altre due? In questo senso, siamo di gran lunga il Paese peggiore d’Europa. La realtà è che in questi anni è stato fatto troppo poco per favorire l’occupazione femminile, soprattutto in termini qualitativi. È una grandissima emergenza che va presa di petto…
Continua a leggere su lanotiziagiornale.it