«Siamo ispettori del lavoro. Dovremmo avere una funzione sociale importante di contrasto al lavoro nero, di tutela della sicurezza, ma siamo senza strumenti e alla mercé di datori di lavoro e lavoratori disperati e furibondi» affermano con voce unanime alcuni dipendenti dell’Ispettorato del Lavoro di Milano-Lodi, riuniti in assemblea e in procinto di chiedere lo stato di agitazione.
L’Ispettorato Nazionale del Lavoro nasce nel 2015, come riforma a costo zero, con l’istituzione dell’Agenzia unica per le ispezioni del lavoro. L’obiettivo è quello di accorpare in un unico ente, direzioni territoriali e le attività relative alle politiche sociali di INPS ed INAIL per razionalizzare le risorse, controlli ispettivi ed evitare sprechi economici. «Ma da quanto attestano i lavoratori – asserisce Giorgio Dimauro, Segretario della CISL FP di Milano – l’ente ad oggi, è una scatola vuota, senza risorse e senza senso».
I lavoratori, sul piede di guerra, rivendicano l’impiego di risorse ministeriali in termini di strumentazione informatica e banche dati, una dovuta copertura assicurativa per gli svariati rischi connessi alla funzione ispettiva, formazione adeguata e miglioramento delle condizioni professionali ed economiche e assunzione di personale.
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