L’intervento del ministro Calenda e del segretario della Cisl Bentivogli sul «Sole – 24 Ore» del 12 gennaio sta stimolando una viva discussione circa le politiche industriali. Gran parte di quanto proposto è condivisibile, almeno rispetto agli interventi per l’innovazione tecnologica, l’internazionalizzazione delle imprese e la concorrenza nei servizi,sebbene si abbia l’impressione che si tratti di interventi troppo modesti, data la tempesta che si sta per scatenare sui mercati internazionali con innovazioni tecnologiche in grado di mutare in maniera significativa le modalità di produzione e consumo.
L’Europa farà fatica ad affermarsi in un panorama dominato dalle sfide dell’intelligenza artificiale, dai robot, dalle nuove tecnologie per la mobilità delle merci e delle persone. E l’Italia farà ancora più fatica, a prescindere, temo, dall’applicazione del Piano Calenda-Bentivogli.
Il Piano riconosce esplicitamente la forte eterogeneità spaziale che caratterizza le economie regionali del nostro Paese laddove propone il decentramento nella definizione dei contratti di lavoro. Questo punto sembra, però, poco convincente per duri ordini di ragioni…
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