Sta suscitando scalpore la lettera che Confindustria Cuneo ha inviato alle famiglie della zona che si apprestano a iscrivere i figli alle scuole superiori, ricordando che le imprese del territorio prevedono di assumere addetti agli impianti e ai macchinari, operai specializzati, tecnici specializzati. Se i ragazzi vorranno trovare lavoro è meglio che si confrontino da subito con questo dato di realtà. Ha fatto bene o male? Abbiamo girato la domanda ad alcuni esperti, a cominciare da Emmanuele Massagli, professore a contratto di “Pedagogia del lavoro” e di “Welfare della persona” presso l’Università degli Studi di Bergamo, presidente di Adapt, l’associazione fondata da Marco Biagi nel 2000 per lo studio e la ricerca nell’ambito delle relazioni industriali e di lavoro.
Che ne pensa di questa iniziativa?
Dal punto di vista di Confindustria hanno fatto bene, sta scrivendo Confindustria, loro hanno carenze su alcuni profili e lo segnalano: per le imprese trovare o non trovare i profili necessari è un tema di competitività. Nell’ottica degli industriali quindi fanno molto bene a dirlo, anche chiamando le famiglie a superare i pregiudizi sul lavoro in fabbrica e ricordando che in fabbrica il lavoro esiste, in altre situazioni no.
Se Confindustria fa bene a dirlo, le famiglie fanno bene a seguire il consiglio?
No. La scuola ha tra le sue finalità anche l’occupazione e spesso ce lo scordiamo, ma quella non la sua unica finalità. Il compito delle famiglie nella fase di scelta della scuola è fare in modo che i figli facciano una scelta consapevole: può essere consapevole anche una scelta che si indirizza su settori dove c’è poca occupabilità. La famiglia si deve concentrare sulla consapevolezza, non sulla canalizzazione su criteri occupazionali…
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