Le nuove generazioni pagano un doppio interesse per l’allocazione assurda della spesa pubblica passata. In primo luogo, pagano tasse sul lavoro altissime, che sono da ostacolo alla ricerca di un lavoro stabile. In secondo luogo, pagano in modo meno intuitivo, tramite il costo opportunità della spesa pubblica, allocata per pagare interessi sul debito pubblico, invece che per investimenti. Poiché la disuguaglianza si accumula durante il corso della vita, c’è da aspettarsi che queste difficoltà si ripercuoteranno lungo l’intero arco di vita delle generazioni più giovani.
Il debito pubblico. Quante volte ci siamo imbattuti in queste due parole, nel dibattito di politica economica in Italia, negli ultimi quattro decenni? È dagli anni ’80 che il debito pubblico rappresenta il più discusso problema economico. Tante parole, molte buone intenzioni, pochi fatti. Nel 1980 il debito pubblico rappresentava l’80% del Prodotto Interno Lordo. A metà degli anni ’90, tale rapporto era del 120% del PIL. Dopo una leggera flessione, attorno ai 20 punti percentuali, dopo l’ultima lunghissima recessione, alla fine del 2016, tale rapporto superava il 130% del Prodotto Interno Lordo…
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