La chiusura dei porti di salviniana scelta è, come tutte le decisioni “politiche”, soggetta a discussioni, pareri, contrasti fra i sì e i no, agli umori, anche, dei partecipanti o interessati al dibattito. Ma c’è chi anche segue la strada, peraltro non inedita, della veemenza accusatoria, vedi il caso di Roberto Saviano che, metaforicamente ma non tanto, ha spesso dalla sua toni terroristici come quelle vere e proprie sparate contro, per dirla col nostro giornale. Una questione di stile, dice qualcuno liquidando alla buona simili faccende alzando le spalle come per dire, è la solita savianata. Del resto, qualcun altro replica allo stesso modo parlando di salviniate, e vabbè.
Solo che le cose non finiscono mai così quando, appunto, c’è di mezzo la legge della Polis, sia pure come quella scalcinata di casa nostra, e avviene che, quasi quotidianamente, la corsa e la rincorsa alle accuse e controaccuse avviene in un crescendo voluto quasi sempre da ben noti rappresentanti di governo che, come nel caso di Luigi Di Maio, ha parlato, come è noto, di “terrorismo psicologico” essendo alle prese con un decreto onnicomprensivo dal nome leggermente altisonante, di “Dignità”…
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