Anche se si allontana sempre con riluttanza dalla sua casa-rifugio di Crescenzago, dove è nata e dove già viveva sua nonna, quando la signora Bice Cairati indossa i panni di Sveva Casati Modignani parte sempre per viaggi in altri mondi, che poi racconta in libri che hanno venduto una dozzina di milioni di copie e sono stati tradotti in venti lingue. Dalla sua piccola macchina da scrivere rossa nascono storie d’amore, sì, ma sempre con un tema d’attualità sullo fondo. In «Suite 405», il nuovo romanzo, l’intreccio di sentimenti, virtù e debolezze umane gravita attorno al mondo della fabbrica. Si parla (anche) di lavoro, insomma. E per farlo al meglio, l’autrice ha scelto il percorso del più scrupoloso e umile dei cronisti: è andata prima a «lezioni private» dal segretario della Cgil Maurizio Landini e poi si è accodata alla Fiom milanese e ha partecipato ad assemblee e riunioni sindacali dei metalmeccanici.
Come è stato l’incontro con un simbolo del sindacalismo di lotta come Maurizio Landini?
«Gradevole e istruttivo. Dal momento che la sua agenda era molto complicata, il momento giusto è arrivato in estate, quando — come ogni anno — è andato in vacanza con la moglie in Romagna. Mi ha proposto di raggiungerlo e lì abbiamo trascorso giornate intere a parlare. Lui è anche molto simpatico, ma soprattutto mi ha spiegato con grande pazienza l’evoluzione della fabbrica che dall’epoca del vapore è approdata all’attuale fase cosiddetta 4.0, una nuova rivoluzione che richiede grandi investimenti nella formazione dei lavoratori»…
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