BARI — Ore 11.30. Al Centro per l’impiego di Bari, in una stradina che lambisce la stazione, manca mezz’ora alla chiusura ma l’attività è ferma da tempo. Le stampanti oggi non vanno, così non si possono compilare i formulari che servono alla profilazione di quanti sono venuti qui a cercare un lavoro. O un sussidio. Questo spiega perché manchi la solita ressa per prendere il numero e fare la fila: il relativo tabellone, ormai fisso sul numero 57, segnala quanti oggi ce l’hanno fatta. «Gli altri sono andati tutti via» spiega Maria, 32 anni, teoricamente laureata per assistere i disabili, in pratica in attesa dell’ennesimo posto precario da segretaria e intanto percettrice di Naspi, il nuovo sussidio per la disoccupazione.
Per incassare questo trattamento, come anche l’assegno di ricollocazione o il Reddito di dignità (Red) istituito dalla Regione Puglia è necessario stipulare un “patto di servizio” in cui si dichiara la disponibilità a svolgere un lavoro in linea con il proprio profilo professionale tracciato sempre dai Centri per l’impiego…
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