Dopo tanto (anomalo) caldo, l’autunno è arrivato con le piogge frequenti, le foglie cadenti e i nuovi dati sulla nostra economia sempre più stagnante. Un Pil che non riesce a crescere oltre lo 0,1% nel terzo trimestre (quello estivo), un’occupazione che segnala la perdita di 60mila posti in tre mesi e una fu grandissima impresa di tradizione italiana come Fiat-Fca che diventa un tassello in un sempre più composito puzzle multinazionale. Certo importante, ma nel cui disegno complessivo è difficile indovinare il domani che ci riguarda più direttamente, cioè il destino del nostro lavoro.
È un autunno di stagnazione, quello italiano, che sembra preludere a un ennesimo inverno del nostro scontento, a un’altra stagione di galleggiamento nelle migliore delle ipotesi, di sommersione più probabilmente…
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