Bollettino ADAPT 2 marzo 2020, n. 9
Il compito dei decisori pubblici non è obiettivamente semplice. Essi devono contenere la diffusione virale con adeguate misure di prevenzione e insieme evitare la recessione che potrebbe conseguire a quelle stesse misure in un contesto globale di rallentamento di tutte le economie.
Si tratta innanzitutto di favorire la continuità produttiva anche riducendo le relazioni dirette tra le persone. Ad esempio, appare opportuno contenere i pericoli di contagio nelle aree a rischio (e non solo) evitando la commistione fisica tra addetti alla produzione, necessariamente costretti alle prestazioni negli impianti, e il personale dei servizi che può lavorare a distanza. In questo caso, al di là dei profili formali, possono essere utili accordi aziendali o territoriali per sostituire l’orario con criteri di misurazione dei risultati in modo che questi ultimi corrispondano (all’incirca) a quelli in precedenza realizzati nella sede delle unità produttive. Le stesse organizzazioni di rappresentanza sono chiamate a favorire uno spirito collaborativo che conferisca alle modalità di lavoro agile una adeguata produttività.
Il sostegno alla crescita impone contemporaneamente un pacchetto di misure che fungano da volano e non da sostituzione dell’intrapresa privata. Alcuni annunci sono invero preoccupanti. Se può essere comprensibile il richiamo al primo New Deal degli anni ‘30, non altrettanto condivisibile sarebbe una manovra pubblica costruttivista, ovvero viziata dalla pretesa di orientare e sostituire molte produzioni nel nome di una superficiale strategia verde. Magari riproponendo lo Stato imprenditore o comunque azionista rilevante. La valutazione di impatto degli investimenti non può dipendere da letture ideologiche o parziali. La stessa crisi sanitaria che stiamo vivendo, che Nouriel Roubini considera ordinaria nella globalizzazione, induce a considerare ai fini della sostenibilità dello sviluppo un approccio olistico e quindi una ampia gamma di parametri. Si pensi solo ai diversi modi di considerare i prodotti monouso. Si evitino quindi frettolose pianificazioni rigide di triste memoria e si adottino nell’immediato provvedimenti di deregolazione che riducano oneri, tempi e modi di attuazione di progetti industriali e infrastrutturali. La stessa economia turistica avrà bisogno di tagli fiscali generalizzati per ripartire. Nella tempesta quasi perfetta che stiamo vivendo la libertà economica sembra essere il migliore antidoto al rattrappimento e il modo più efficace per risvegliare la vitalità diffusa.
Maurizio Sacconi
Chairman ADAPT Steering Committee
@MaurizioSacconi