1. La trama nella quale tutti ci troviamo avviluppati sembra tratta di peso da libri e film di fantascienza della metà del secolo scorso.
Un nemico sconosciuto e inafferrabile – in questo caso anche invisibile – tiene sotto scacco l’intera umanità.
Siamo tutti nella stessa barca, condividiamo gli stessi timori e la stessa impotenza. E’ possibile che queste esperienze comuni inneschino anche identità comuni e più solidali, come è accaduto durante le epoche delle grandi guerre. In questo caso l’esito non appare altrettanto scontato. E sebbene qualcuno abbia parlato di una spinta naturale verso un ‘nuovo’ comunismo, in realtà non si scorgono impatti autoevidenti di questo tipo. Nelle rappresentazioni dei classici della fantascienza, come anche nella fuoriuscita dalle grandi guerre, tendenzialmente gli uomini escono da queste esperienze più buoni ed uguali, perché esse li hanno messo tutti – deboli ed indifesi – sullo stesso piano . Ma appare lecito dubitare che ora sia così. Ha ragione Luigi Marengo ( in un articolo apparso su Sbilanciamoci) che al contrario questa epidemia non diminuirà la disuguaglianza, dal momento che le conseguenze del lockdown colpiranno maggiormente chi già si trova in una condizione di svantaggio…
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