Il filosofo e la città – Non è un paese per Weber

Non amiamo celebrare gli anniversari. Oggi però facciamo un’eccezione per Max Weber, di cui ricorre il centenario della morte avvenuta il 14 giugno del 1920.  Nato nel 1864 ad Erfurt, cuore duro della Germania, Weber è uno di quei pochi pensatori in cui il rigore e la sobrietà intellettuale si coniuga alla passione per la ricerca. Nei suoi testi, scritti con la chiarezza tipica dei professori di una volta, c’è sempre la sensazione di un’indagine mai conclusa, l’invito al lettore a continuare lui la ricerca: il detto secondo cui noi camminiamo sulle spalle dei giganti, trova nel suo caso il significato più pregnante. Tre sono i temi che costituiscono le chiavi di lettura di questo pensatore, utili anche per capire la crisi contemporanea.

 

La vanità dei politici dell’etica della convinzione


La politica come professione, testo di una conferenza tenuta a Monaco di Baviera nel gennaio del 1919,  è uno di quei saggi da comodino che non si smette mai di leggere e di consultare…

 

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