Un Ddl per le “Tutele delle lavoratrici e dei lavoratori autonomi e dei liberi professionisti iscritti alla gestione separata Inps”

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Bollettino ADAPT 31 agosto 2020, n. 31

 

Prima della pausa estiva l’assemblea del CNEL ha approvato un disegno di legge per le “Tutele delle lavoratrici e dei lavoratori autonomi e dei liberi professionisti iscritti alla gestione separata Inps”.

 

Prima di essere votato dall’Assemblea del CNEL, questo DDL è stato oggetto di un’importante e approfondito lavoro di sintesi da parte della consulta per il lavoro autonomo e delle professioni, il luogo, di recente costituzione, all’interno dello stesso CNEL dove le principali rappresentanze del lavoro autonomo dialogano ed elaborano documenti condivisi, che saranno poi portati all’attenzione dell’assemblea del CNEL.

 

Il disegno di Legge approvato e già trasmesso alle Camere, si prefigge lo scopo di incrementare le tutele per i lavoratori autonomi iscritti alla gestione separata. I destinatari di queste nuove tutele sono quindi i lavoratori autonomi che ad oggi sono esclusi da ogni tipo di protezione di welfare, ma forse più degli altri lavoratori necessitano di specifiche misure di sostegno perché da un lato non possiedono le tutele normative e contrattuali dei lavoratori dipendenti e dall’altro lato non hanno le coperture specifiche dei professionisti iscritti alle casse di previdenza private.

 

Nel dettaglio, la proposta di legge introduce: a) un incremento dell’indennità di maternità e paternità per i professionisti lavoratori autonomi iscritti alla Gestione separata Inps; b) il diritto alla contribuzione figurativa per i professionisti lavoratori autonomi iscritti alla Gestione separata Inps in coincidenza di malattie di particolare gravità che comportano lunghe interruzioni dell’attività lavorativa; c) un ammortizzatore sociale generale, finanziato dalla gestione separata Inps per i professionisti lavoratori autonomi suoi iscritti, al fine di salvaguardare l’attività professionale in coincidenza di momenti di flessione dell’attività economica.

 

I primi due articoli intervengono per rafforzare e integrare delle tutele già in qualche modo esistenti, come l’integrazione al 100% dell’indennità di maternità e paternità e la copertura con contribuzione figurativa e l’equiparazione alla degenza ospedaliera per i periodi di grave malattia (oncologiche o cronico degenerative ingravescenti) che comportino un’inabilità al lavoro pari al 100%.

 

L’articolo 3 invece introduce una sostanziale novità, ovvero l’Indennità straordinaria di continuità reddituale ed operativa (ISCRO), ovvero un primo ammortizzatore sociale strutturale per i lavoratori autonomi che subiscono una forte contrazione del reddito. Innanzitutto è importante vedere i requisiti, molto stringenti, che sono stati previsti: aver avuto una contrazione pari al 50% della media dei redditi conseguiti negli ultimi 3 anni e che il reddito dichiarato nell’anno precedente non sia superiore a 8.145 euro. In questa fase di implementazione normativa la scelta che è stata fatta ha la caratteristica della prudenza, infatti i valori di accesso sono molto stringenti, ma i criteri sono in qualche modo essenziali per evitare gli abusi: ci deve essere una forte contrazione, quindi un calo documentato del reddito, ma anche l’indicazione di un valore assoluto del reddito percepito.

 

L’indennità viene erogata per un massimo di 6 mesi per un valore economico di importo pari al 50% della differenza tra la media reddituale dei 3 anni precedenti a quello in cui si è verificata la decurtazione reddituale e il reddito dell’anno precedente a quello in cui è presentata la domanda, per un importo complessivo comunque non superiore a 6.516 euro.

 

Un altro punto sostanziale di questa indennità, riguarda il suo legame con le politiche attive. Infatti l’erogazione della ISCRO è condizionata alla partecipazione dell’interessato a percorsi di aggiornamento e riqualificazione professionale. Quest’ultimo aspetto è il vero valore aggiunto del provvedimento, che deve necessariamente essere letto nel suo complesso: i destinatari non sono i disoccupati, come è per i dipendenti con la NASPI o i collaboratori per la DIS COLL, ma sono lavoratori autonomi che hanno avuto una forte contrazione della loro attività, con redditi molto bassi. Da questo ne deriva che la sola politica passiva non sarebbe assolutamente risolutrice della problematica occupazionale del lavoratore autonomo, ma servirebbe solo da palliativo per un determinato periodo, se non fosse invece collegata ad una politica attiva, appunto finalizzata a sostenere la professionalità e le competenze del beneficiario della ISCRO, così da supportare la persona in un consolidamento della propria posizione nel mercato del lavoro.

 

Infine si prevede, per il finanziamento di questa indennità, un incremento dell’aliquota contributiva pari allo 0,28%.

 

Sicuramente, come ogni introduzione normativa, serviranno delle correzioni e delle migliorie per rendere lo strumento ancora più corrispondente con i bisogni e le necessità dei lavoratori autonomi, ma con questo disegno di legge si è innanzitutto scardinato un principio, ovvero che i lavoratori autonomi sono anch’essi meritevoli di un sostegno economico in caso di forte contrazione reddituale della loro attività.

 

Daniel Zanda

Segretario Nazionale FeLSA CISL

@daniel_zanda

 

Un Ddl per le “Tutele delle lavoratrici e dei lavoratori autonomi e dei liberi professionisti iscritti alla gestione separata Inps”