Il presente contributo si inserisce nell'ambito delle attività di ricerca, comunicazione e diffusione delle azioni intraprese e dei risultati ottenuti dal progetto Net-work for NEET, finanziato dal bando "Orientamento formazione lavoro" della Fondazione Istituti Educativi Bergamo
Bollettino ADAPT 15 febbraio 2021, n. 6
Lo scorso 10 febbraio si è tenuta la conferenza di avvio del progetto Net-work for NEET, finanziato dalla Fondazione Istituti Educativi di Bergamo. Il progetto ha come capofila l’Associazione Formazione Professionale del Patronato San Vincenzo, insieme ad una rete di soggetti del territorio vicini ai NEET, target principale del progetto, composta dal Comune di Bergamo, enti del terzo settore ed imprese. L’evento ha visto la partecipazione di alcuni dei protagonisti dell’iniziativa, che hanno presentato scopo e strutturata del progetto e le azioni che verranno messe in campo per raggiungere gli obiettivi prefissati.
A chi si rivolge il progetto Net-work for NEET? La risposta è stata fornita da Giuseppe Alberghina, referente AFP Patronato San Vincenzo e Responsabile di progetto, in apertura dell’incontro: “L’evento di oggi è un momento di rilancio dell’attività dopo un anno in cui purtroppo siamo stati costretti a cessare le attività di progetto, a differenza di quanto era stato pianificato nel 2019, quando l’iniziativa è stata approvata e finanziata da Fondazione Istituti Educativi di Bergamo. Il nostro progetto ha come target i NEET vulnerabili: abbiamo individuato questa categoria sulla base delle esperienze di tutti i membri del partenariato. I NEET vulnerabili sono quei giovani che vivono delle mancanze o delle avversità di tipo socioeconomico e proprio queste mancanze, queste difficoltà precludono loro o rendono difficoltoso l’accesso a determinati tipi di lavori o di formazione. Abbiamo individuato due sottocategorie di NEET vulnerabili particolarmente rilevanti a Bergamo, in base all’esperienza e i passati progetti di tutti gli enti del partenariato. Rivolgiamo le attività di questo progetto ai giovani NEET di 16-17 anni che pur avendo esaurito l’obbligo scolastico non sono però inseriti in un percorso formativo o lavorativo. In più rivolgiamo le nostre azioni alle giovani donne di età dai 18 ai 29 anni che si trovano in condizioni di particolare fragilità.
L’incontro è poi proseguito con l’illustrazione degli obiettivi del progetto: “Il progetto si pone l’obiettivo generale di costituire e attivare un network duraturo e stabile che vada oltre la durata naturale del finanziamento. Questo network dovrà essere capace di sperimentare e diffondere dei modelli innovativi di presa in carico dei target group che dovranno essere basati su sistemi efficaci e integrati di ingaggio, orientamento, formazione e inserimento lavorativo seguendo tutti i passaggi della filiera. Sono previste delle azioni dedicate a sviluppare due reti parallele: una rete territoriale per la segnalazione dei potenziali destinatari e una rete territoriale di aziende e coinvolgibili in percorsi di formazione, orientamento, e ingresso nel mondo del lavoro dei beneficiari selezionati e segnalati.
Per colmare le distanze tra queste due reti sono previste delle importanti azioni di formazione. Nell’ambito della rete di enti segnalanti ci sarà un’azione di formazione rivolta ai coach di rete, cioè a quegli educatori che escono dalla loro organizzazione e accompagnano il destinatario presso tutti i servizi di rete che il partenariato mette a disposizione. Nell’ambito della rete di aziende, è invece prevista un’attività di formazione per i tutor aziendali di quelle imprese che metteranno a disposizione il loro tempo e le loro risorse a favore del progetto e a supporto dei beneficiari. La formazione per i tutor aziendali permetterà alle imprese di avere lo stesso linguaggio, di acquisire la stessa prospettiva che molto spesso è legata al mondo degli operatori dell’educazione e della formazione.
Tra queste due azioni di costituzioni di reti, è prevista una macro-azione di ingaggio e orientamento dei beneficiari che sarà guidata dall’Informagiovani del Comune di Bergamo, in cui si prevede di sviluppare un set di strumenti e azioni utili per delineare il futuro percorso dei beneficiari in termini di servizi messi a disposizione dalla rete. Il risultato di tale primo orientamento permetterà agli attori del progetto di definire e pianificare quale set di servizi ed esperienze offrire al beneficiario a seconda delle sue caratteristiche specifiche, in termini di autonomia, responsabilità e competenze. Tra i servizi erogati ci saranno apprendistati e tirocini extra-curricolari nei casi in cui i beneficiari hanno già un livello di autonomia e di competenza che lo permette. In alternativa, per tutta un’altra fascia di NEET, che necessitano di un intervento formativo e motivazionale più incisivo, il progetto prevede percorsi più personalizzati che comprenderanno azioni di tipo orientativo-formativo, occasioni di incontro con il mondo del lavoro e laboratori mirati allo sviluppo delle competenze trasversali e tecnico professionali o l’erogazione di voucher di tipo formativo.”
Ha preso poi la parola Isacco Gregis, referente Centro Meta del Patronato San Vincenzo e relatore per le attività a supporto dei NEET minori con età 16-17: “Net-work for NEET si propone di creare una rete per accompagnare gli adolescenti vulnerabili in quel particolare momento di transizione che è il passaggio tra l’esperienza scolastica e quello che è poi il mondo del lavoro. Vogliamo accompagnare soprattutto quegli adolescenti che in questa fase di transizione fanno più fatica. Dalle passate esperienze abbiamo compreso la necessità di fare rete, con una duplice accezione. Da un lato, serve una rete di protezione per quei ragazzi che escono dai tradizionali percorsi di accompagnamento e di crescita; dall’altro c’è la necessità di avere soggetti eterogenei per poter offrire degli strumenti, delle progettualità, delle esperienze che possono accompagnare questi ragazzi. Si tratta di esperienze che non possono essere offerte da un unico soggetto ma serve il coinvolgimento di più realtà perché queste situazioni, in cui gli adolescenti si trovano in condizione di stallo, in cui si trovano al di fuori del percorso scolastico e fanno fatica e non riescono a interfacciarsi con l’esperienza lavorativa, coinvolge mondi diversi, il mondo della scuola, il mondo della formazione e il mondo del lavoro.
I nostri destinatari sono ragazzi di 16-17 anni che abbiamo individuato e definito come una categoria dei NEET vulnerabili. Sono quei ragazzi per cui la situazione di stallo, del rimanere fermi e fuori dai percorsi tradizionali di accompagnamento si innesta su una situazione magari già faticosa e diventa elemento di ulteriore disagio e di ulteriore fatica. Per questi destinatari, l’idea non è di fare qualcosa di assolutamente nuovo, intendiamo piuttosto provare a stressare il più possibile quegli strumenti che solitamente si hanno a disposizione (orientamento, alternanza scuola-lavoro, tirocini, apprendistato…) provando però a calarli su queste situazioni molto particolari che hanno esigenze e bisogni diversi, dando così la possibilità agli stessi ragazzi di accedere ad alcuni strumenti per poter provare a riacquisire il potere su di sé e sul proprio futuro attraverso la conoscenza di sé, la possibilità di sperimentarsi, la possibilità di essere nuovamente ingaggiati in un’esperienza che ha come fulcro di attenzione il lavoro, e la possibilità per questi ragazzi di riaprire prospettive per il proprio futuro. Il progetto promuove l’idea di personalizzare il più possibile i percorsi offerti anche tramite la figura del coach di rete che ha il compito di aiutare i ragazzi a rammendare le varie esperienze che saranno chiamati ad incrociare e a vivere. Molto spesso, infatti, i ragazzi fanno fatica a tenere insieme più esperienze, più livelli e incontri con realtà diverse. Il coach di rete è invece qualcuno che pone il destinatario al centro della rete e lo aiuta a trovare quel filo rosso che accompagna lui, il suo essere dentro queste esperienze e lo aiuta a rileggere quello che sta vivendo in termini di spiragli e prospettive future.
Altro aspetto innovativo del progetto sono le modalità di coinvolgimento del mondo aziendale che questi ragazzi saranno chiamati ad incontrare e che solleciterà anche il percorso di formazione e di accompagnamento dei ragazzi. L’attenzione vuole essere al fatto che il mondo delle imprese non sarà l’ultimo tassello di un processo a cui loro saranno estranee ma piuttosto l’idea è che le stesse ditte, in questa logica appunto di rete, devono essere coinvolte fin dall’inizio nell’aiutare chi accompagna il destinatario a capire quali sono le potenzialità, i requisiti e le competenze che più di altre oggi servono per essere appetibili e per entrare nel mondo del lavoro.”
La parola è poi passata a Jole Villa, referente Consorzio Solco Città Aperta e relatrice per le attività a supporto dei NEET donne con età 18-29 anni: “Per introdurre le azioni di progetto rivolte alle giovani donne NEET vorrei partire da una metafora. Una metafora che sicuramente conoscete tutti, quella del granello di sabbia che entrando in un’ostrica la ferisce generando chiaramente una risposta, una reazione da parte dell’animale che è quella di riparazione, di creazione in cui secerne una sostanza che va a smussare e a ricoprire le asperità del granello per trasformarlo in una perla preziosa. Ci tenevo a partire da questa immagine perché ci vedo molti parallelismi con il progetto che andiamo a mettere in atto. La seconda categoria dei NEET vulnerabili è composta da donne che con questi granelli di sabbia hanno fatto i conti in passato e continuano a fare i conti anche nel presente. Questi granelli li possiamo chiamare con tanti nomi: può essere chiamato abuso, può essere chiamata grave trascuratezza, gravidanza in giovane età, maltrattamento, assenza di figure significative di riferimento, violenza subita, violenza assistita. Possiamo dargli tutti i nomi che possiamo immaginare, ma sono tutti granelli che lasciano una ferita. Li posso riconoscere nelle storie di tante donne che incontriamo ogni giorno. Come la storia di Sabrina che a 19 anni si ritrova con una figlia di 2 anni e che ha un altro figlio in arrivo, che ha lasciato la scuola in precocissima età e che quindi non ha una qualifica di nessun genere. Ha una mamma presente ma che non le dà il supporto necessario e un padre in carcere. O ancora nella storia di Maida, una donna immigrata in cerca di futuro come tante altre sue coetanee che si ritrova a 24 anni con due figlie, nessuna qualifica professionale e nessun sostegno. Sono storie vere che tanti di noi possono raccontare. Le protagoniste di queste storie, per fare il passaggio che nell’ostrica avviene in modo fisiologico, cioè il passaggio dalle criticità alle potenzialità, hanno bisogno di avviare un processo che deve essere sostenuto.
All’interno di questo progetto vedo come figura centrale quella del coach di rete. Una figura in grado di operare il ribaltamento tra le due posizioni che dicevo prima: dalle carenze che la donna ha sperimentato e sta sperimentando verso un ribaltamento in potenzialità e risorse da rigiocarsi in una seconda fase. L’altro aspetto fondamentale per la buona riuscita del progetto è il coinvolgimento delle aziende, delle cooperative e delle imprese sin dall’inizio, il cui supporto ci permette di offrire un ventaglio di opportunità che poi a seconda delle necessità verrà utilizzato e personalizzato. Tra le opportunità offerte ci saranno l’apprendistato duale, le visite in azienda, le testimonianze dirette di chi già è nel mondo del lavoro e può contribuire con la viva presenza a rendere la formazione offerta più attuale e portare una fotografia più veritiera di quello che è il mondo del lavoro a seconda dello specifico settore. Su queste basi, Net-work for NEET si prone anche di realizzare una ricerca-azione che permetta di avere un quadro più reale del fenomeno NEET nella sua complessità. Oltre a descrivere il fenomeno, vogliamo però anche che le azioni di progetto possano in qualche modo interferire nel fenomeno e poter riscrivere le storie di Sabrina, di Maida o di tanti altri nomi così da assicuragli un finale diverso.”
Infine, Matteo Colombo, Ricercatore di ADAPT responsabile per la comunicazione e diffusione risultati di progetto, ha evidenziato le attività di ricerca e narrazione che verranno messe in campo a supporto del progetto: “Solitamente si guarda al tema dei giovani nel mercato del lavoro partendo da indicatori chiari come il tasso di occupazione, di disoccupazione o di inattività. Nel caso dei NEET, i numeri e queste analisi non bastano. Con questo termine “ombrello”, si definisce infatti un gruppo composito, nel quale possono rientrare giovani che hanno completato un percorso di studio ma non sono riusciti a inserirsi nel mercato del lavoro per l’assenza di offerte, altri restii ad accettare mansioni incoerenti con il loro percorso di studio, altri ancora sono frenati da motivi di salute o da carichi di cura. Perché un giovane rientra in questa categoria? Sono almeno tre i fattori: contesto socioeconomico di provenienza, background famigliare, e storia personale. Il problema dei NEET non può quindi essere ridotto al “non trovare un lavoro”, ma richiede un approccio di rete, collaborativo, capace di fornire risposte complesse a situazioni altrettanto complesse. Per questo motivo, l’attività di comunicazione di questo progetto in capo ad ADAPT vuole metterne al centro i protagonisti, raccontando, tramite una rubrica dedicata, le attività condotte e le esperienze incontrare: limitarsi a comunicare dei dati vorrebbe dire banalizzare il tema e, in definitiva, non comprenderlo. Narrare le azioni adottate vuole allora restituire quella dimensione territoriale, sociale e personale che contraddistingue il fenomeno dei NEET, e che solo una rete di relazioni può riattivare. Questa rubrica confluirà poi in una ricerca, di più ampio respiro, dove ad una necessaria parte di inquadramento teorico farà seguito un tentativo di modellizzare il modello strategico adottato per l’attivazione dei soggetti coinvolti, con l’obiettivo quindi di restituire tutte quelle sfaccettature del fenomeno NEET che solo un’attenta indagine sul campo può far emergere”. L’incontro si è poi concluso con le risposte, fornite dai relatori, ad alcuni quesiti mossi dai partecipanti.
L’evento è stato quindi il primo passo di un progetto che avrà termine nel dicembre del 2022 e che verrà seguito, tramite una rubrica dedicata, anche dal Bollettino ADAPT: con l’obiettivo, già dichiarato, di raccontare i protagonisti e le esperienze di attivazione, di formazione, lavoro e inclusione sociale che verranno realizzate grazie alla rete di partner che anima Net-work for NEET.
Giuseppe Alberghina
Project Manager – Ufficio Progettazione AFP Patronato San Vincenzo