Bollettino ADAPT 24 ottobre 2022, n. 36
La via tra il contenimento dell’inflazione e la tenuta della crescita sarà particolarmente stretta. La fine della stagione dell’allargamento della massa monetaria riporta i decisori al controllo dei conti pubblici. Esperimenti troppo azzardati sulle entrate non saranno consentiti. Ne consegue per il nuovo governo la necessità di indirizzi semplici e comprensibili, tali da incoraggiare la società italiana alla vitalità nonostante i numerosi fattori di incertezza. Negli anni ‘80, iniziati con una terribile miscela di terrorismo, inflazione e stagnazione, il passaggio dalla depressione al dinamismo della società fu determinato dalla novità di un presidente del consiglio che ebbe il coraggio di bloccare l’illusione ottica delle indicizzazioni e molte delle generose promesse di spesa del decennio precedente. La coesione sociale fu la conseguenza di una ritrovata fiducia e non di pratiche assistenziali. La percezione di una guida salda della nazione determinò effetti indotti sottovalutati da molti algidi analisti delle dinamiche economiche.
Le condizioni odierne sono diversamente critiche rispetto ad allora. Il condizionamento esterno ha un peso certamente maggiore ma è ben vero che nuove dialettiche nell’Unione possono renderla più utile di quanto potrebbe ora sembrare. A partire dalla rottura del pregiudizio contro il collocamento di forme comuni di indebitamento. Certo, dovranno essere rivisti modi e contenuti di impiego dei fondi comuni dopo le ubriacature ideologiche e la propensione a infiniti rivoli di spesa improduttiva burocraticamente vigilata.
La nuova premier può ispirarsi quindi ai momenti più vitali della nostra esperienza postbellica, incluso il cuore dei citati anni ‘80 quando si coniugarono decisioni impopolari e dinamismo economico-sociale. Anche se difficile, la prossima legge di bilancio potrebbe già incorporare alcune analoghe linee di intervento. Oltre il nodo delle bollette. Controllo della spesa assistenziale (revisione del reddito di cittadinanza e ripulitura delle flessibilità previdenziali), revisione dello smodato bonus edilizio, limitati interventi di tassazione piatta e moderata sui redditi da lavoro autonomo e da premialità aziendali ai dipendenti, accelerazione degli investimenti strategici, possono subito indicare una volontà di crescita. E poi avviare le riforme che non costano ma liberano le possibilità di fare. Mai più norme vincolistiche costruite sulla prevenzione di patologie estreme e che ingabbiano tutti. Vera riforma della giustizia tutta.
Il successo di questa stagione politica è interesse di tutti per cui, fino a prova contraria, dovrebbe diffusamente prevalere uno spirito cooperativo che Craxi ebbe solo in parte. Il patto sociale senza la CGIL e il conseguente referendum sulla scala mobile furono espressione di una contrapposizione tutta ideologica anche se la sconfitta degli oppositori rafforzò il senso di quelle decisioni.
Maurizio Sacconi
Chairman ADAPT Steering Committee
@MaurizioSacconi