Commentario al d.l. 4 maggio 2023, n. 48 c.d. “decreto lavoro”. Introduzione e piano dell’opera

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Bollettino ADAPT 13 giugno 2023 n. 22
 
More solito anche il Governo presieduto da Giorgia Meloni, e insediatosi lo scorso ottobre, ha individuato il tema del lavoro quale ambito prioritario e qualificante della propria azione.
 
Del pari, reiterando una prassi comune alle diverse compagini politiche che si sono succedute negli ultimi anni (si pensi al c.d. “decreto dignità” del Governo giallo-verde a cui ha fatto seguito il d.l. n. 4/2019 che ha introdotto il reddito di cittadinanza e “Quota 100” o, ancor prima, al c.d. “decreto Poletti”, anticipazione della ben più am- pia riforma del Jobs Act), il primo intervento in materia di lavoro è stato affidato al d.l. 4 maggio 2023 n. 48 (c.d. “decreto lavoro”) sorretto da ragioni di “straordinaria ne- cessità e urgenza” che, a dire il vero, appaiono ormai connaturate al nostro mercato del lavoro. Si ripropone, quindi, la vexata quaestio sull’abuso dei decreti-legge nono- stante l’invito rivolto qualche giorno fa dal Presidente Mattarella a «ricondurre la de- cretazione d’urgenza entro i limiti costituzionali» per preservare le prerogative legisla- tive del Parlamento.
 
Di particolare urgenza si sono ritenuti, in specie, gli interventi di contrasto alla povertà e all’esclusione sociale delle fasce deboli con la sostituzione del reddito di cittadinanza con i nuovi istituti dell’Assegno di Inclusione (AdI) e del Supporto per la formazione e il lavoro (SFL), nonché quelli di modifica della disciplina sui contratti a termine «per favorire l’accesso al mondo del lavoro, semplificare le procedure contrattuali e risol- vere le criticità in materia pensionistica», oggetto dell’ennesima revisione normativa. A questi due nodi tematici – che per la loro rilevanza hanno calamitato l’attenzione del dibattito scientifico– si aggiunge un coacervo eterogeneo di ulteriori disposizioni che rispondono in parte a specifiche esigenze settoriali e in parte alla volontà politica di intervenire su tematiche particolarmente sentite sul piano sociale.
 
Il decreto lavoro, in effetti, si orienta verso ambiti di disciplina non sempre agevol- mente raggruppabili e non restituisce in alcun modo la dimensione, ma neppure la prospettiva, di un intervento organico e armonico di riforma della regolamentazione del lavoro e del mercato del lavoro.
 
A dispetto del numero degli articoli che compongono il provvedimento, si ha l’im- pressione di un atto normativo costruito faticosamente e non sempre di facile lettura, nel quale non si riesce a cogliere un approccio sistematico, ma neppure un quadro d’insieme lineare, dovendo purtroppo considerare – al netto della ratio delle singole previsioni di cui si dà conto nei contributi – uno scenario di politiche del lavoro che ancora manca di visione.
 
Al di là delle norme “elettorali” sull’assegno di inclusione e sulla (temporanea) ridu- zione del cuneo fiscale per i lavoratori, non mancano interventi interessanti in materia di sicurezza sul lavoro, di tutela antinfortunistica per i percorsi scuola-lavoro, di sem- plificazione degli oneri informativi, di rafforzamento della vigilanza. Tuttavia, altre misure rimangono in un “chiaro-scuro” che necessita di una scelta legislativa matura in sede di conversione in legge come, ad esempio, le norme sul contratto a tempo determinato, sulle prestazioni occasionali e sul welfare aziendale, rimanendo sullo sfondo la necessità di un ben più marcato intervento di riforma e una disattesa aspet- tativa di un taglio strutturale del cuneo contributivo, richiesto in più sedi e occasioni da tutti gli attori sociali.
 
Obiettivo di questo commentario che ci pregiamo di curare è quello di sviluppare una prima analisi del decreto lavoro che tenga conto delle novità più qualificanti, ma anche dei più puntuali e limitati interventi di revisione operati dal Governo, così da offrire un valido strumento per comprendere le implicazioni dell’intervento governativo e al contempo partecipare al dibattito che sta animando il processo di conversione in legge.
A questo fine, si è optato per una suddivisione del lavoro in aree tematiche per con- sentire al lettore di orientarsi all’interno di un complesso assai diversificato di dispo- sizioni che interessano diversi settori della materia giuslavoristica.
 
La parte I del volume è dedicata alle diverse disposizioni che hanno un impatto diretto sui rapporti di lavoro, tramite le modifiche introdotte sulle tipologie contrattuali, sugli obblighi informativi posti in capo al datore di lavoro o, ancora, su specifiche discipline settoriali. L’analisi della riforma dei contratti a tempo determinato e dei riflessi che la stessa produce sulla disciplina del contratto di somministrazione è affidata al cor- poso saggio di Domenico Garofalo e di Michele Tiraboschi in apertura del volume, accompagnato dallo studio svolto da Francesco Alifano, Francesca Di Gioia, Giorgio Impellizzieri e Michele Tiraboschi sulle discipline di fonte contrattual-collettiva vi- genti in tema di contratto a termine sulle quali insiste la riforma. Segue, sempre con riferimento alle tipologie contrattuali, il contributo di Stefano Rossi sul contratto di prestazione occasionale nel settore turistico e termale.
 
Due contributi, a firma di Giovanni Piglialarmi e di Emanuele Dagnino, si occupano degli interventi di semplificazione e rimodulazione degli obblighi informativi intro- dotti dal d.lgs. n. 104/2022 in attuazione della direttiva (UE) 2019/1152. Il primo analizza le modifiche relative alla possibilità di rinvio ai contratti collettivi e alla accessibilità delle fonti contrattual-collettive da parte del lavoratore; il secondo quelle relative all’ambito applicativo degli obblighi informativi in presenza di sistemi decisionali e di sorveglianza automatizzati.
 
Chiudono la parte I del volume i contributi di Federica Stamerra sugli interventi in materia di lavoro marittimo, di Lorita Sportelli sulla vicenda lavorativa degli ex let- tori di lingua e, infine, quello di Nicola Deleonardis sulle novità che riguardano la retribuzione dei lavoratori assunti dagli enti del terzo settore.

La parte II, interamente affidata alla riflessione di Pierluigi Rausei, è dedicata agli in- terventi sulla disciplina prevenzionistica con specifico riferimento alle modifiche apportate al d.lgs. n. 81/2008 (Testo Unico sulla sicurezza) e alla disciplina di det- taglio introdotta in tema di alternanza scuola-lavoro e di sistema scolastico.
 
La parte III si incentra sulle disposizioni che impattano sul sistema di sicurezza sociale. Al suo interno sono state distinte due sezioni. La prima è dedicata alle misure di inclusione, con un intervento di Francesco Seghezzi che inquadra i nuovi strumenti di contrasto alla povertà in una prospettiva di politica del diritto e due contributi di puntuale esegesi della disciplina dei due neonati istituti dell’assegno di inclusione e del supporto per la formazione e il lavoro, rispettivamente a firma di Stefano caffio e Francesca Nardelli. Segue una seconda Sezione che raccoglie i con- tributi relativi alle misure di sostegno, includendosi tra queste il limitato intervento sul contratto di espansione, inquadrato, nell’evoluzione di tale istituto, da Michele Dalla Sega, le previsioni relative alla cassa integrazione in deroga, commentate da Claudia Carchio, e, infine, le novità in materia di assegno unico e di rifinanziamento dei CAF, analizzate da Valeria Filì.
 
All’interno della parte IV vengono commentate disposizioni di carattere eterogeneo, accomunate dalla loro funzione di rafforzamento del mercato del lavoro. Con un primo contributo, Giorgio Impellizzieri si occupa delle varie misure introdotte dal decreto-legge nell’ambito dello sviluppo delle competenze: revisione dei c.d. PCTO, rifinanziamento del Fondo nuove competenze e, una misura di settore, relativa al personale di Agenzia Industrie Difesa. Segue un contributo dai conte- nuti altamente diversificati, raccolti in un contesto unitario per la loro natura di inter- venti di tipo economico (principalmente istituzioni o rifinanziamenti di Fondi e mi- sure di sostegno economico) di rilevanza marcatamente settoriale (attività socioe- ducative, autotrasporto, trasporto pubblico ecc.) analizzati da Michela Turoldo. Chiude la parte IV il contributo di Caterina Mazzanti sulle novità introdotte sui diritti dell’azionista e sul contenimento dei costi da parte del Ministero dell’economia quando agisce in veste di azionista.
 
Nella parte V vengono analizzate le misure promozionali introdotte dal decreto la- voro per favorire l’accesso al mondo del lavoro e per sostenere le famiglie attraverso una riduzione del cuneo fiscale. Con due diversi contributi Carmela Garofalo rico- struisce l’articolato quadro dei nuovi incentivi, con particolare riguardo a quelli che accompagnano i nuovi istituti dell’Assegno di Inclusione e del Supporto per la forma- zione e il lavoro nonché l’aumento dell’esonero parziale dei contributi IVS per i dipendenti. Emmanuele Massagli chiude questa parte del volume con un’analisi delle misure introdotte in materia di welfare aziendale, inquadrando l’intervento nella sua evoluzione normativa.
 
L’ultima parte (VI) è, infine, dedicata agli interventi in materia di ispezioni e sanzioni, con un primo contributo a firma congiunta di Gianluca Picco e Pierluigi Rausei, che si occupa delle disposizioni volte a rafforzare l’attività ispettiva e un secondo del solo Gianluca Picco sulle discipline rilevanti per il sistema sanzionatorio penale e amministrativo.
 
Considerato il mese a disposizione dal varo del d.l. n. 48 per tutti gli istituti esaminati si tratta, ovviamente, di un primo commento da approfondire anche alla luce della legge di conversione prevista entro il 4 luglio p.v., ma che rispetta i canoni di scienti- ficità della collana che lo ospita essendo stato oggetto di una doppia verifica di ido- neità da parte dei curatori, ma anche dei professori Garofalo, Tiraboschi e Filì.
 
Emanuele Dagnino
 
Carmela Garofalo
 
Gianluigi Picco
 
Pierluigi Rausei
 

Commentario al d.l. 4 maggio 2023, n. 48 c.d. “decreto lavoro”. Introduzione e piano dell’opera