Il sindacato e la classe media: evidenze dal report del Dipartimento del Tesoro americano

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Bollettino ADAPT 11 settembre 2023, n. 30
 
Il RapportoLabour unions and the middle class”, recentemente pubblicato dal Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti come parte di una più ampia iniziativa federale volta ad aumentare il potere contrattuale dei lavoratori, si propone di esaminare la possibilità di una politica di potenziamento dei sindacati come misura per attenuare o invertire alcune delle tendenze negative che si stanno riverberando sulla classe media negli Stati Uniti, nonché per promuovere una crescita economica più stabile.
 
Nel corso dell’anno 1935, l’emanazione del National Labor Relations Act (NLRA) rappresentò un cruciale evento storico nell’amplificazione del potere di influenza dei lavoratori statunitensi. In seguito alla conclusione della Seconda Guerra Mondiale e al susseguente periodo post-bellico, si assistette a un vigoroso sviluppo dei sindacati del lavoro, concomitante a un significativo decremento delle disparità di reddito. In quel periodo, inoltre, la percentuale di americani che si diplomavano alle scuole superiori e frequentavano l’università stava crescendo rapidamente, e la proporzione di bambini americani che potevano aspirare a guadagnare più dei loro genitori era superiore rispetto a quanto avviene oggi.
 
Tuttavia, giunti alla fine degli anni ’50, mutamenti strutturali nel mercato del lavoro e nella legislazione giuslavorista iniziarono ad erodere i progressi conseguiti dai sindacati, portando a una serie di sviluppi complessi. Da un lato, i movimenti per i diritti civili degli anni ’50 e ’60 e il movimento per l’emancipazione delle donne degli anni ’70 hanno ampliato le opportunità di carriera e di partecipazione sindacale a un pubblico più vasto di cittadini americani. Dall’altro lato, il costante declino delle quote di adesione sindacale ha indebolito la capacità di contrattazione dei lavoratori, contribuendo all’arresto della crescita salariale e all’aumento delle disuguaglianze economiche. In effetti, dall’inizio degli anni ’70 fino a tempi recenti, la diseguaglianza reddituale negli Stati Uniti ha subito un notevole aumento, con salari medi reali che sono rimasti stazionari e numerosi indicatori della vitalità della classe media che hanno subito una contrazione.
 
Le indagini empiriche relative ai sindacati sottolineano i consistenti benefici che i lavoratori di estrazione medio-borghese traggono dall’affiliazione sindacale. I sindacati, infatti, sono notoriamente in grado di incrementare i salari dei loro associati in misura approssimativa del 10 al 15 percento. Parallelamente, essi migliorano i fringe benefits e le pratiche organizzative in ambiente lavorativo, compresi i piani pensionistici, le politiche per la gestione delle controversie sul lavoro e la definizione degli orari lavorativi. Infine, i sindacati si affiancano ai continui progressi nella tecnologia e nella fornitura dei servizi sanitari. Non solo trattano per ottenere migliori opzioni di assicurazione sanitaria per i propri membri, ma è stato dimostrato che influiscono positivamente sugli esiti della salute dei pazienti negli ospedali in cui il personale sanitario è sindacalizzato. Come è facilmente desumibile, l’insieme di tali avanzamenti concorrono in maniera rilevante alla stabilità finanziaria e al benessere generale degli individui appartenenti alla classe media.
 
È cruciale sottolineare, in aggiunta, che gli effetti positivi dei sindacati non si limitano alla loro base associativa. Anche i luoghi di lavoro non sindacalizzati percepiscono l’influenza dei sindacati, mentre concorrono con le realtà sindacalizzate per l’acquisizione di forza lavoro. Di conseguenza, sia i lavoratori sindacalizzati che quelli non sindacalizzati traggono beneficio dall’aumento delle retribuzioni e dalla maggiore sicurezza del lavoro, vantaggi che possono estendersi alle rispettive famiglie e comunità, per esempio attraverso una maggiore stabilità nell’ambito abitativo e una maggiore propensione agli investimenti nell’istruzione.
 
I sindacati, inoltre, vantano benefici per tutti i gruppi demografici. Essi promuovono pratiche retributive più equilibrate, contribuendo alla riduzione delle disparità retributive legate a razza e genere. Negli ultimi anni, infatti, i sindacati hanno mostrato la capacità di accogliere una notevole diversificazione all’interno della loro base associativa, presentando una rilevante rappresentanza sia in termini di gruppi demografici che di genere. Nel 2021, ad esempio, si osservava che gli uomini afroamericani vantavano un tasso di affiliazione sindacale particolarmente elevato, stimabile al 13 percento, superando la media della popolazione del 10 percento. La diversità demografica della base associativa sindacale contemporanea implica dunque che i vantaggi connessi a politiche orientate al potenziamento dei sindacati influenzerebbero estensivamente l’intera popolazione.
 
Da ultimo, ma non meno importante, al di là del supporto fornito alla classe media, i sindacati contribuiscono a una più robusta crescita economica generale e a una maggiore capacità di resilienza. Tali risultati sono conseguiti, almeno in parte, attraverso la riduzione complessiva dell’ineguaglianza di reddito. La diseguaglianza reddituale spesso si ripercuote negativamente sull’equità delle opportunità, ostacolando la crescita nel caso in cui individui più svantaggiati non abbiano accesso alle risorse necessarie per lo sviluppo delle competenze lavorative o per l’avvio di iniziative imprenditoriali. Inoltre, i sindacati possono promuovere la produttività economica generale migliorando le condizioni lavorative e concedendo ai lavoratori esperti una maggiore partecipazione nelle decisioni che influenzano la definizione di procedure aziendali più efficienti.
 
Il conseguente declino del potere contrattuale dei lavoratori è stato aggravato dalle tendenze della globalizzazione e dagli importanti sviluppi tecnologici. Nel 2022, il tasso di sindacalizzazione statunitense nel settore privato era inferiore a quello del 1935, poco prima dell’approvazione del NLRA, e l’ineguaglianza di reddito ha raggiunto uno dei livelli più alti dal dopoguerra, con conseguenze disastrose sulla classe media. Tuttavia, secondo il report in esame, i sindacati americani contemporanei sono ben posizionati per sfruttare le assai recenti tendenze positive. Negli ultimi due anni, gli Stati Uniti hanno infatti assistito a segnali di una vigorosa ripresa del movimento sindacale. Gli sforzi per la sindacalizzazione sono in crescita, e nel 2022, le petizioni dei lavoratori per formare sindacati hanno registrato un aumento significativo, raggiungendo i livelli più alti dal 2015, recuperando slancio dopo la pandemia. Ciò che è ancora più significativo è che i lavoratori hanno avviato con successo la creazione di sindacati in diverse aziende che erano notoriamente ostili alla sindacalizzazione, come Amazon e Starbucks. Allo stesso tempo, l’opinione pubblica a favore dei sindacati è al suo livello più alto degli ultimi cinquant’anni. In questo contesto, l’Amministrazione Biden-Harris si impegna a promuovere questa tendenza e a offrire il sostegno essenziale ai lavoratori per conseguire gli obiettivi politici delineati dal National Labor Relations Act (NLRA).
 
Valeria Virgili

ADAPT Junior Fellow

@Virgil11Valeria

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