Il mio canto libero – Prioritarie la competitività e la crescita

Bollettino ADAPT 25 settembre 2023, n. 32
 

La prima risposta alla povertà, all’impoverimento, al lavoro povero è la crescita. Se possono essere comprensibili misure temporanee per gli stati di bisogno, la risposta primaria deve essere sempre quella del lavoro di qualità, della vita attiva. Altrimenti, ove prevalessero le logiche assistenziali, si determinerebbe l’avvitamento in una decrescita tutt’altro che felice. Le stesse politiche del lavoro non dovrebbero essere meramente distributive ma, ancor prima, produttive della ricchezza in un mercato del lavoro cronicamente caratterizzato dai più bassi tassi di occupazione. Nonostante il declino demografico e le sollecitazioni di una domanda spesso insoddisfatta, molte persone infatti continuano a rimanere inattive.

 

La ripresa della produzione di ricchezza non sarà facile in un contesto globale denso di incognite e di strozzature mentre quello europeo è stato fortemente viziato dalla interpretazione ideologica dei pur necessari obiettivi ambientali. Non a caso, la Presidente della Commissione europea, relazionando sullo stato dell’Unione, ha dato ora priorità al tema della competitività per il quale è stato richiesto un rapporto a Mario Draghi. La politica di bilancio come le riforme strutturali dovranno assumere questo scopo primario. Anzi, in carenza di margini di bilancio, le riforme che non costano (o costano poco) possono dare una grande resa. Basti pensare alla giustizia, al mercato del lavoro, alla modernizzazione dei percorsi educativi e formativi. Si tratta di riconoscere la centralità dell’impresa e del lavoro dismettendo ostilità e pregiudizi così presenti nella cronaca italiana.

 

L’attrazione degli investimenti esteri diretti si pone in concorrenza con molti Paesi impegnati ad offrire condizioni vantaggiose. Noi dobbiamo garantire stabilità politica, efficienza pubblica, tassazione prevedibile e moderata, regolazione semplice e certamente applicata. Dette così, le garanzie necessarie potrebbero far pensare a una missione impossibile dati i punti di partenza. Ma il governo centrale e quelli regionali possono oggi dare segnali forti di discontinuità che già risulterebbero attrattivi. Più la società sarà liberata, più sarà in grado di generare crescita diffusa in un sistema che, a differenza di quello tedesco, non è fondato solo sulle grandi piattaforme produttive.

 

Maurizio Sacconi
Chairman ADAPT Steering Committee
@MaurizioSacconi

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