Cosa ne pensano i sindacalisti della giusta transizione energetica? Alcune evidenze dal questionario del progetto Next Step Transition

ADAPT – Scuola di alta formazione sulle relazioni industriali e di lavoro

Per iscriverti al Bollettino ADAPT clicca qui

Per entrare nella Scuola di ADAPT e nel progetto Fabbrica dei talenti scrivi a: selezione@adapt.it

Bollettino ADAPT 8 luglio 2024, n. 27
 
Nell’ambito del progetto Next Step: Transition – New competeces for workers’ representatives in a Sustainable Energy Sector (per una sua descrizione e una disamina completa delle attività si rimanda a S. Negri, S. Prosdocimi, La giusta transizione dell’industria energetica: un progetto comparato in Italia, Spagna, Germania, Bulgaria e Belgio, in Bollettino 1° luglio 2024, n. 26) è stato somministrato un questionario online a un campione non rappresentativo di operatori sindacali e rappresentanti dei lavoratori del settore dell’energia, al fine di comprenderne il grado di conoscenza e consapevolezza sulla transizione verde e sui relativi impatti sul lavoro.
 
Il questionario, prodotto in diverse lingue nazionali, è stato compilato da 75 rappresentanti dei lavoratori in azienda, 9 operatori sindacali di livello nazionale, 55 operatori sindacali a livello locale e/o regionale e 21 sindacalisti che svolgono sia il ruolo di rappresentanti dei lavoratori in azienda sia quello di operatori sindacali nei Paesi partner di progetto (Italia, Belgio, Bulgaria, Germania, Spagna).
 
In merito al contesto italiano (per il quale sono state raccolte oltre 60 risposte per i settori energetico-petrolifero ed elettrico, coperti da Femca Cisl e Flaei Cisl), oggetto specifico di questo articolo, quasi la totalità dei rispondenti ha mostrato di conoscere a un livello base le principali implicazioni connesse alla transizione energetica verde. Infatti, più dell’80% dei partecipanti alla ricerca ritiene che il termine “transizione all’energia verde” rappresenti il passaggio da un mix energetico basato sui combustibili fossili a uno che produce emissioni di carbonio limitate o nella migliore delle ipotesi pari a zero, affidandosi a fonti energetiche rinnovabili ed è consapevole che si tratta di un tema rilevante per la presente e futura attività sindacale. Circa il 75% dei rispondenti ha dichiarato di aver sentito parlare delle politiche di transizione energetica a livello europeo (a partire dal Green Deal e dalla Legge europea sul clima) ma non le conoscono in modo approfondito. Tale livello di conoscenza è comune sia tra i rappresentanti dei lavoratori in azienda sia tra gli operatori sindacali.
 
Interessante rilevare come il 90% dei rispondenti è poi convinto che nel processo di giusta transizione, gli aspetti sociali ed ecologici debbano ricevere uguale attenzione. Proprio in merito al tema sociale, i rispondenti, riflettendo sulle misure necessarie per affrontare la transizione verso l’energia verde, hanno giudicato come importanti per il sindacato che rappresentano gli interventi di sostegno temporaneo al reddito e gli schemi di pre-pensionamento. Ancor più rilevanti per il 70,91% dei rispondenti risultano essere i programmi per il miglioramento delle competenze dei lavoratori (acquisizione di nuove competenze per essere meglio attrezzati a svolgere il proprio lavoro) e per il 74,55% i programmi di riqualificazione dei lavoratori (acquisizione di nuove competenze per svolgere un lavoro diverso).
 
Al fine di rilevare il grado di attivazione del sindacato nei confronti della tematica, nel questionario è stato inoltre chiesto se all’interno della propria organizzazione sindacale ci fosse un dipartimento specifico che si occupa di questioni relative alla transizione energetica, ai cambiamenti climatici e allo sviluppo sostenibile. I risultati sono purtroppo ambigui: tra gli operatori sindacali, il 41% ha dichiarato che questo dipartimento esiste, mentre il 37% non ne è a conoscenza; tra i rappresentanti dei lavoratori in azienda, il 33% ha affermato che esiste, mentre il 47% che non lo sa.
 
Rispetto a tematiche specifiche, la maggior parte dei rispondenti, nel corso della propria attività sindacale, afferma di non aver ancora dovuto affrontare alcuni degli effetti della transizione verde come le chiusure di stabilimenti e/o ridimensionamenti di organico e licenziamenti, la promozione di pari opportunità per uomini e donne nella transizione verso l’energia verde e la formazione dei lavoratori (reskilling, upskilling) per la transizione verso l’energia verde. Seppur ancora in maniera residuale, i rispondenti riconoscono di aver dovuto affrontare temi quali lo sviluppo di fonti energetiche rinnovabili (es. solare, eolica, ecc.), la fine dell’estrazione e della produzione di combustibili fossili, nonché le problematiche connesse alla salute e sicurezza dei lavoratori nella transizione energetica e la creazione di posti di lavoro.
 
In generale, in merito al coinvolgimento delle parti sociali nei processi di trasformazione e riconversione, i sindacalisti e rappresentanti dei lavoratori coinvolti nell’indagine hanno affermato che, per affrontare con successo la transizione verso l’energia verde, la partecipazione dei sindacati all’implementazione delle misure di sostegno per i lavoratori (ad esempio, programmi di formazione, piani di transizione occupazionale, ecc.), la sensibilizzazione e formazione dei sindacalisti sui temi della transizione energetica e delle relative implicazioni sul lavoro, saranno imprescindibili.
 
Per il 51% dei rispondenti, infatti, affrontare i temi connessi alla transizione energetica dovrebbe rappresentare una delle priorità del sindacato, anche se poi nelle attività di dialogo sociale, sia bipartito che multipartito (con autorità pubbliche e altri stakeholder), risulta un tema ancora poco discusso.
 
Proprio al fine di incentivare una sempre maggiore partecipazione delle parti sociali nei processi di transizione, nel questionario è stato discusso anche il tema della formazione. Da questo punto di vista, è interessante rilevare come al momento della rilevazione, il 60% dei rispondenti non aveva mai partecipato a moduli formativi sulla transizione energetica e le relative implicazioni sul lavoro. Ciononostante, i rispondenti hanno espresso l’esigenza di svolgere attività di formazione soprattutto su leggi e politiche nazionali sulla transizione energetica.
 
Secondo i rispondenti, le metodologie formative più efficaci sarebbero le lezioni frontali e l’interazione diretta con ricercatori, studiosi, esperti nel campo della transizione energetica e delle relazioni industriali. Per il 53% occorrerebbe fare visite ad aree o impianti locali per vedere in prima persona processi di transizione energetica e la relativa gestione attraverso il dialogo sociale, e per il 49% sarebbe utile creare delle occasioni di confronto con diversi sindacalisti e rappresentanti dei lavoratori del settore energetico anche di Paesi diversi.
 
Complessivamente, le risposte ottenute dalla somministrazione del questionario ai sindacalisti italiani risultano coerenti con i dati raccolti in Spagna, Germania, Bulgaria e Belgio. Sono emerse alcune differenze riguardo alla conoscenza dei sindacalisti sulle politiche europee e nazionali relative alla transizione verde, con percentuali più alte generalmente in Spagna e Italia e più basse in Bulgaria rispetto agli altri paesi. Analogamente, per quanto riguarda l’importanza della transizione verde rispetto all’attività sindacale, la Bulgaria ha riportato una percentuale inferiore, pur tuttavia essendo un tema ricompreso fra le discipline della contrattazione collettiva. È importante inoltre notare che in paesi come Belgio e Germania, i rappresentanti dei lavoratori hanno affrontato in modo significativo la formazione e lo sviluppo delle competenze dei lavoratori rispetto alle trasformazioni e riconversioni richieste dai processi di transizione.
 
Le evidenze raccolte in questa indagine hanno quindi permesso di delineare un quadro dei fabbisogni formativi dei sindacati nel contesto della transizione energetica e del loro coinvolgimento effettivo in questo ambito. In particolare, la mancanza di una conoscenza approfondita delle politiche legislative relative alla transizione verde, riscontrata in Italia così come in Spagna, Bulgaria e Belgio, suggerisce la necessità di programmi di formazione mirati per i rappresentanti dei lavoratori. L’eccezione della Germania, dove i rispondenti risultano non solo più consapevoli delle politiche pubbliche sulla transizione verde ma anche più attivi nelle procedure di dialogo sociale sul tema, indica però che le due sfere sono strettamente connesse; e che una maggiore integrazione della rappresentanza sindacale nella definizione delle strategie di sviluppo ambientale a livello nazionale, locale e aziendale, può avere risvolti positivi anche in termini di conoscenza delle politiche pubbliche, e viceversa.
 
Difatti, solo attraverso un impegno congiunto e informato, i sindacati potranno garantire che la transizione verso un’economia verde avvenga in modo equo, tutelando la sfera sociale oltre che ambientale dei processi di trasformazione e riconversione.
 

Stefania Negri

Ricercatrice ADAPT Senior Fellow

Questa immagine ha l'attributo alt vuoto; il nome del file è X-square-white-2-2.png@StefaniaNegri6
 

Sara Prosdocimi

PhD Candidate ADAPT – Università di Siena

@ProsdocimiSara

Cosa ne pensano i sindacalisti della giusta transizione energetica? Alcune evidenze dal questionario del progetto Next Step Transition