Quando mismatch e (poca) trasparenza del mercato del lavoro vanno di pari passo: brevi osservazioni a proposito della collaborazione tra Sviluppo Lavoro italia e Indeed

Bollettino ADAPT 16 dicembre 2024 n. 45
 
Sviluppo Lavoro Italia” – braccio operativo del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali ed erede di ANPAL – e Indeed IT hanno firmato un protocollo per realizzare azioni condivise di contrasto al mismatch. Nello specifico, “l’accordo intende promuovere lo scambio delle reciproche conoscenze ed esperienze e favorire un insieme di azioni sinergiche volte a rafforzare le politiche occupazionali, i servizi per il lavoro e la partecipazione delle aziende a livello locale”.
 
Essendomi occupato della costruzione del «sistema» dell’incontro tra la domanda e l’offerta di lavoro (un sistema fatto di soggetti pubblici e anche da privati purché autorizzati o accreditati) e dei relativi requisiti di «trasparenza» non ho tuttavia ben chiari i termini della collaborazione e l’operatività di Indeed anche perché il relativo sito internet non è particolarmente trasparente.
 
Non essendo agenzie del lavoro in senso stretto immagino che la loro operatività giuridica vada inquadrata nei regimi particolari di autorizzazione ex legge Biagi (art. 6, comma 1, d.lgs. 276/2003) e, precisamente, alla lettera f) cioè “gestori di sito internet“.
 
Ricordo che questo regime, dagli oneri nulli rispetto a quello che vale per le agenzie del lavoro con regime di autorizzazione ordinario, resta condizionato a due requisiti fondamentali:

(1) assenza di finalità di lucro (diretta o indiretta);

(2) pubblicità sul relativo sito internet dei dati identificativi del legale rappresentante.
 
Ora, dal sito internet non è dato risalire agli estremi della autorizzazione e del legale rappresentante. Ma è soprattutto il sistema di tariffazioni di Indeed a sollevare non poche perplessità sui servizi proposti (a pagamento) alle imprese che pubblicano annunci (un sistema di sponsorizzazione che dà visibilità rispetto agli annunci gratuiti).
 
Bene la collaborazione ad ampio raggio tra pubblico e privato purché questo avvenga in regime di totale trasparenza e nella prospettiva, appunto, della costruzione di un sistema. Tema di cui, con il gruppo di ricerca di ADAPT, ci stiamo da tempo occupando registrando, non da oggi, davvero non poca opacità nei siti internet che si occupano, direttamente o indirettamente, di facilitare l’intermediazione tra domanda e offerta di lavoro (si veda Tiraboschi, C. Bizzarro, S. Spattini, I siti Internet di ricerca e offerta di lavoro: una giungla piena di trappole, in Bollettino Speciale ADAPT, n. 46/2005).
 
Un eccesso di dubbi, il nostro. Può essere e, molto probabilmente, il testo della convenzione tra Sviluppo Lavoro Italia e Indeed fugherà ogni perplessità.
 
Resta il fatto che una delle cause del mismatch tra domanda o offerta di lavoro in Italia è proprio nella diffusa informalità dei canali di incontro tra domanda e offerta di lavoro che impedisce alle persone in cerca di lavoro ma anche alle imprese di avere informazioni precise sulla attendibilità degli annunci di lavoro e degli operatori che li promuovono (vedi anche S. Spattini,  Incontro domanda e offerta di lavoro tra canali informali e social recruiting, in Bollettino ADAPT, n. 9/2014).
 
Michele Tiraboschi
Professore Ordinario di diritto del lavoro

Università di Modena e Reggio Emilia
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Quando mismatch e (poca) trasparenza del mercato del lavoro vanno di pari passo: brevi osservazioni a proposito della collaborazione tra Sviluppo Lavoro italia e Indeed