Garanzia Giovani, una iniziativa promossa dalla Unione europea e attuata in Italia con la collaborazione delle Regioni, si propone di offrire ad ogni giovane, sotto i 29 anni che non studia e non lavora, una opportunità di formazione di tirocinio oppure di lavoro entro quattro mesi da quando ha aderito al programma.
È una iniziativa importante perché vuole intervenire, con il miliardo e mezzo a disposizione, a favore di un numero importante di persone, affidandole a percorsi di accompagnamento effettuati da servizi pubblici e privati accreditati che svolgono, per la prima volta in tutto il territorio nazionale, servizi chiari e definiti.
I dati ministeriali del mese scorso ci dicono che i giovani iscritti al programma ammontavano a 530 mila di cui 270.914 erano stati incontrati e con loro definito il piano di lavoro (la presa in carico) e infine a 80.014 era stata offerta una opportunità concreta pari al 15% degli iscritti.
Vediamo come sta funzionando il programma GG e quali sono i freni al suo avanzamento.
Il primo passaggio avviene con la profilatura del giovane che viene svolta dal sistema del Ministero del lavoro e serve a definire il set di servizi necessario e il loro valore. Successivamente l’utente viene affidato, oppure si rivolge agli operatori pubblici e privati per ottenere i servizi.
I servizi offerti al giovane sono di informazione, orientamento, formazione, tirocinio, accompagnamento per l’inserimento al lavoro, servizio civile, auto impiego. Alle imprese viene offerto un bonus per le assunzioni che varia in relazione alla tipologia contrattuale ed alla durata cha varia da 1500 a 6000 euro.
In merito al rimborso delle attività vale la pena precisare che le prime due ore di informazione e orientamento al programma sono gratuite e quindi gli operatori coinvolti non percepiscono alcun rimborso. Le successive 8 ore di orientamento specialistico sono rimborsate a 35,5 euro per ora.
La parte più importante delle attività previste del programma vengono rimborsate alle agenzie pubbliche o private per la formazione e il lavoro in base al risultato ottenuto. Tutto il sistema è impostato sul risultato occupazionale. Più un giovane rimane al lavoro più cresce il rimborso del servizio (fino a 6 mesi, da 6 a 12 mesi, a tempo indeterminato). Quindi le attività di tirocinio e di accompagnamento al lavoro sono rimborsate a condizione che il giovane entri in una situazione occupazionale con un contratto di lavoro per almeno sei mesi.
Per esempio nelle attività di accompagnamento al lavoro, dove le Agenzie private per il Lavoro sono coinvolte in prevalenza, percepiscono per ciascun giovane inserito al lavoro per sei mesi, un valore che varia da 600 euro a 1200 in relazione alla profilatura del giovane, quando si è raggiunto il risultato occupazionale.
Nel caso della gestione dei tirocini l’operatore che fornisce il servizio viene rimborsato con una cifra una tantum da 200 a 500 euro in relazione alla profilatura del giovane e a condizione che venga svolto completamente il tirocinio e raggiunto il risultato occupazionale.
Le Agenzie per il Lavoro private sono interessate principalmente alle attività di accompagnamento al lavoro ed al servizio tirocini. Le regioni che si sono attivate nell’accompagnamento al lavoro sono: Umbria, Lombardia, PA Trento, Veneto, Liguria, Lazio, Puglia, Campania, Sardegna. Il budget del programma nei servizi di interesse delle agenzie: sul totale del programma pari a 1.513 ml, per l’orientamento e accompagnamento al lavoro 464 ml (30% sul totale del programma), per i tirocini 300 ml (19,8% comprese anche le indennità al tirocinante).
Alle imprese sono riservate risorse per 188 ml (12,4%). Il resto va suddiviso alla formazione 356 ml (23,5%), al servizio civile 88 ml, auto imprenditorialità 79 ml e alla mobilita professionale 38 ml.
Risulta pertanto evidente che al momento attuale esiste un certo “strabismo” nella gestione del programma per quanto riguarda l’accompagnamento al lavoro e la successiva collocazione. Solo alcune regioni hanno attivato la misura (in totale 9) e di queste solamente 6 (Lombardia, Veneto, Liguria, Lazio, Puglia, Campania) hanno consentito la collaborazione con le Agenzie per il Lavoro private. Il risultato è che il programma adotta il servizio di accompagnamento (con il rimborso a risultato avvenuto) solamente nel 30% del territorio nazionale e inoltre alcune regioni come l’Emilia Romagna ha eliminato del tutto la misura di accompagnamento.
La considerazione che desta preoccupazione quindi è la seguente: il 70 % delle regioni preferiscono utilizzare il programma alle azioni di “occupabilità” secondo il modello formazione (senza impegno occupazionale) più incentivi alla assunzione per le imprese. Solamente il 30% delle regioni ha avviato un percorso di diversificazione degli interventi combinando gli interventi di “occupabilità” con azioni direttamente orientate alla “occupazione” aumentando le possibilità di inserimento al lavoro dei giovani.
Per dimostrare questa valutazione prendiamo lo spunto dalle informazioni su programma della regione Lombardia alla data di marzo 2015.
Sono stati 45.991 i giovani che hanno scelto la Lombardia come regione di attuazione del programma Garanzia Giovani (29.434 iscritti dal sito nazionale e 16.557 iscritti dal sito regionale). Di questi 30.034 hanno completato l’adesione selezionando l’operatore e reso possibile l’effettiva presa in carico. Sono stati 18.642 i giovani presi in carico e già registrati; tra questi sono stati inseriti al lavoro 12.142 di cui: 6.271 tirocinio, 4.138 con un contratto a tempo determinato, 1041 in apprendistato, 692 a tempo indeterminato. Più della metà degli iscritti ha liberamente scelto a quale operatore affidarsi.
Il 50% di chi ha scelto, in Lombardia, l’operatore dei servizi al lavoro è già stato preso in carico e il 60% di loro sono stati attivati al lavoro. Gli occupati sono quindi 5179 a cui si aggiungono circa 3.000 che non hanno ancora completato i sei mesi di occupazione. Circa l’80% degli occupati è stato inserito tramite le Agenzie per il Lavoro. Risultati decisamente confortanti.
I problemi del programma sono noti a chi opera ogni giorno nei territori e riguardano principalmente la disomogeneità presente tra le varie regioni. Alcune non hanno ancora definito le procedure di accreditamento e questo problema non consente l’avvio dei servizi al lavoro ed il successivo inserimento. Molte regioni preferito l’offerta di formazione professionale anche sganciandola da impegni occupazionali (il programma del ministero del lavoro prevedeva il 30% del rimborso con il vincolo occupazionale per almeno 6 mesi). Altre hanno stabilito l’accesso alla informazione e servizi aperto anche alle agenzie del lavoro private, altre regioni hanno mantenuto l’avvio del percorso all’interno dei servizi per l’impiego pubblici (che attualmente sono in una fase critica di revisione organizzativa a causa della soppressione delle province).
Le regioni poi operano nella erogazione dei servizi chi con bandi di gara periodici chi con un sistema a sportello chi con un approccio a dote personale a favore del giovane. Inoltre per le aziende presenti in tutto il territorio nazionale la diversità di funzionamento del programma nelle regioni e l’impossibilità di aver una procedura nazionale non favorisce l’utilizzo dello strumento.
La vera questione quindi è un’altra: accettare la sfida posta dal programma finalizzando le azioni sia alla occupabilità che alla occupazione, promuovendo la collaborazione tra agenzie pubbliche e private accreditate e rilevando i risultati occupazionali mensilmente (tramite i dati amministrativi del ministero del lavoro). Ma per accettare questa sfida è necessario mettere da parte l’ideologia contraria al privato nel mercato del lavoro e questa operazione purtroppo non è ancora così semplice nel nostro Paese.
L’esperienza che le Agenzie per il Lavoro stanno svolgendo su Garanzia Giovani nelle varie regioni dove è attiva (Valle d’Aosta, Piemonte, Liguria, Lombardia, Veneto, Toscana, Marche, Abruzzo, Lazio, Puglia, Basilicata, Campania, Sicilia) rappresenta, pur con i problemi segnalati, una reale novità nel panorama dei servizi al lavoro.
Per la prima volta la persona è messa al centro dei servizi che vengono erogati da enti accreditati e l’obiettivo coincide con il risultato occupazionale dal quale dipende anche il rimborso dei servizi. Gli operatori privati vengono rimborsati prevalentemente in base al collocamento al lavoro realizzato per i giovani accompagnati.
Il giovane al centro di un sistema qualificato di servizi al lavoro, l’attenzione al risultato occupazionale e il conseguente rimborso del servizio, rappresentano le reali novità del modello Garanzia Giovani che, al primo anno di attività, rappresenta l’unica strada per spendere bene le scarse risorse e rendere universale un servizio al lavoro divenuto ormai necessario per tutti i giovani e non solo per loro.
Tiziano Barone
Public Affairs Director, Manpower Group
@tizianobarone
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Garanzia Giovani dopo un anno di vita: cosa funziona e cosa deve essere corretto