Vi è una notevole differenza tra un cambiamento e una rivoluzione. Negli ultimi vent’anni molte cose sono cambiate; gli SMS, l’IBM, l’Amiga CD32, le agenzie di viaggi, i compact disc hanno lasciato il posto a nuovi prodotti. Tuttavia, è molto probabile che qualcosa di decisamente più importante sia avvenuto, senza che ce ne rendessimo conto. Gli osservatori più attenti – Kurzweil, The Singularity is near – lo sostengono da tempo: ci troviamo nel bel mezzo dell’ICT revolution. Non un cambiamento, dunque, ma una vera e propria rivoluzione. La digitalizzazione in corso d’opera porta con sé novità dirompenti, capaci di minare le basi della società in cui viviamo, mercato del lavoro compreso.
Non siamo di fronte a un semplice cambiamento ma a una vera e propria rivoluzione…
Secondo la Legge di Moore, «le prestazioni dei processori, e il numero di transistor ad esso relativo, raddoppiano ogni 18 mesi»; ciò significa che entro il 2020, tenendo per buono il trend, un processore qualsiasi sarà dotato di una capacità di calcolo identica, se non superiore, a quella dell’uomo. Nell’arco di pochi anni attività complesse, oggi riservate all’essere umano, potranno essere svolte da “cervelli” artificiali.
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