Possibilità di svolgere ore di laboratorio presso gli stabilimenti produttivi. Tirocini estivi della durata di due settimane o un mese. Attività di orientamento. E da gennaio, grazie a un accordo con il politecnico di Bari e Confindustria Bari, un ventina di studenti di ingegneria meccanica e altrettanti di ingegneria informatica, svolgeranno almeno 500 ore di formazione “on the job” e seguiranno seminari tenuti da tutor aziendali.
La multinazionale tedesca Bosch (presente in Italia da oltre 100 anni, con quasi 6 mila collaboratori) ha presentato, ieri, a Bari, alla presenza del ministro, Stefania Giannini, i propri progetti di alternanza scuola-lavoro, strutturati sul modello duale (che prevede lezioni teoriche in aula e pratiche in azienda). A ottobre 2014, insieme alla Fondazione Its Meccanica Meccatronica «Cuccovillo», è stato istituto anche un corso biennale per l’ottenimento della qualifica di «Tecnico superiore per la produzione».
L’obiettivo è contribuire a ridurre la disoccupazione giovanile (che ha sfiorato il 44% secondo gli ultimi dati Istat); e quindi la scommessa è creare un forte legame scuola-imprese per creare quelle «condizioni utili perchè i ragazzi abbiamo maggiori prospettive di impiego», ha sottolineato Gerhard Dambach, ad Robert Bosch Spa.
Anche il Governo italiano crede nell’alternanza e il ministro Giannini ha confermato che nel decreto Scuola, atteso per fine febbraio, le ore di formazione in azienda arriveranno fino a 200 negli istituti tecnici. Un investimento forte (costa circa 100 milioni di euro) e coinvolgerà, già da settembre prossimo, i ragazzi a partire dal terzo anno (oggi in media le ore di alternanza sono 70/80 e quasi solo al quarto anno). Il ministro dell’Istruzione ha annunciato, pure, un forte investimento nei laboratori scolastici, e corsi di formazione ad hoc anche per i docenti.
Del resto, le imprese sono interessate. Lo testimonia Bosch, che ha attivato diversi protocolli d’intesa con le regioni Lombardia, Campania, Abruzzo, Puglia e Veneto per favorire l’occupabilità dei ragazzi attraverso orientamento, formazione e apprendistato. Accanto a queste iniziative, c’è poi il progetto «A scuola di tecnologia» che mette a disposizione dei ragazzi degli istituti professionali di tutta Italia la competenza delle officine Bosch per formare i meccanici del futuro.
Queste esperienze sono «positive. Vogliamo creare una via italiana all’alternanza, fatta anche da Its, poli tecnico professionali, apprendistato, laboratori -ha detto il sottosegretario, Gabriele Toccafondi- . Dalla Germania possiamo e dobbiamo imparare molto, soprattutto su orientamento e certificazione delle competenze».
Scarica l’articolo
Bosch esporta il duale tedesco