Centri per l’impiego: quanto costa riportarli in vita

Egregio Titolare,

 

su Il Fatto Quotidiano del 6 giugno, Stefano Feltri nell’articolo “Il grande caos dei centri per l’impiego, primo ostacolo sulla via del reddito di cittadinanza” analizza i problemi di avvio del progetto caldeggiato da M5S, osserva che caricare del lavoro sottostante al reddito di cittadinanza strutture come i centri per l’impiego “la cui missione è oggi piuttosto confusa” rischia solo di creare danni. Conclusione condivisibile, ma rimane aperto un problema: cosa fare per evitare che l’attività dei centri per l’impiego risulti dannosa ed inefficiente, oltre a risultare confusa?

 

Partiamo da questo ultimo elemento, la “confusione”. Nella realtà, l’assenza di un’idea precisa di cosa facciano i centri per l’impiego e di quale sia la mole di lavoro svolta deriva, spesso, dalla mancata volontà di analizzare dati che pure esistono.

 

Un primo lo sottolinea lo stesso Feltri: ogni singolo dipendente dei centri per l’impiego (che sono in numero inferiore ai circa 8.000 indicati dal giornalista, come effetto della utilissima riforma delle province) deve curare 274 disoccupati. Il raffronto con i Paesi nostri competitori è mortificante (la tabella si riferisce a dati di una decina di anni fa, ma le proporzioni sono ancora corrette)…

 

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