Ci aveva già pensato la crisi. Ora si aggiunge la deflazione a mettere alle strette i contratti nazionali. Prendiamo il caso dei chimici. L’altroieri i sindacati della categoria hanno annunciato che anticiperanno la stesura della piattaforma unitaria in vista del rinnovo. Il problema è che, per Federchimica, gli aumenti legati al nuovo contratto di fatto sono già stati messi in tasca in anticipo. Come è possibile?
L’accordo che scade a dicembre 2015, secondo l’associazione delle aziende chimiche, ha già dato a oggi ai dipendenti 90 euro lordi in più rispetto all’inflazione. Visto che per il triennio 2016-2017 e 2018 l’indice che misura l’aumento atteso dei prezzi potrebbe giustificare aumenti da 90 euro o poco più, secondo Federchimica si potrebbe tranquillamente saltare una tornata contrattuale.
In Confindustria si dice chiaro e tondo che questa non è una situazione isolata. Che tutti i contratti -alcuni più alcuni meno- sono andati ben oltre il recupero dell’inflazione. E che quindi si potrebbe quantomeno rimandare il rinnovo dei contratti (ad avere accordi in scadenza nel 2015, per citare solo le categorie più numerose, oltre ai chimici ci sono metalmeccanici e alimentari). Ovviamente il sindacato vede questa posizione come fumo negli occhi. Di qui l’anticipo delle piattaforme di rinnovo. Anche la Cisl -che pure da sempre è meno dogmatica nella difesa del contratto nazionale rispetto a quello aziendale- in questo caso si impunta. «I contratti nazionali vanno fatti. Se un’associazione non firma i contratti, che rappresentanza è?», provoca Gigi Petteni della segreteria Cisl. «L’accordo che regola la contrattazione è del 2009 ed è scaduto, se è necessario ci si può rimettere mano», apre Petteni. Certo, se non c’è inflazione da recuperare c’è poco da contrattare… «Non è detto -ribatte Petteni- si può parlare anche di produttività di settore come fanno in Germania».
Intanto i riflettori della contrattazione sono accesi sulla vertenza dei bancari: se non si firma entro marzo la categoria resterà senza contratto nazionale. Qualcosa si potrà capire il 10 febbraio, dopo la riunione del comitato per gli affari sindacali Abi.