Sul Jobs Act restano le divisioni: maggioranza e Governo hanno deciso di accantonare il nodo relativo al riordino delle forme contrattuali (articolo 4), e in particolare al contratto a protezione crescente che impatta sull’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori.
Gli emendamenti all’articolo 4 verranno votati martedì prossimo, il rinvio servirà per cercare di trovare una posizione comune: domani ci potrebbe essere una nuova riunione. Non è servito, dunque, il vertice che si è svolto ieri mattina alle 8 a Palazzo Madama tra i capigruppo della maggioranza in Commissione lavoro, il Ministro Giuliano Poletti (Lavoro), accompagnato dal sottosegretario Teresa Bellanova.
Il “pallino”, a questo punto, lo ha in mano il Governo. Da un lato c’è l’area centrista della maggioranza ovvero Nuovo centro destra, Scelta civica, Popolari per l’Italia, Unione di centro e Sudtiroler Volkspartei che sostiene l’emendamento presentato da Pietro Ichino che ripropone la premessa del dl Poletti (legge n. 78), sull’adozione del testo unico semplificato della disciplina dei rapporti di lavoro, con la previsione del contratto a tempo indeterminato a protezione crescente, senza alterare l’attuale articolazione delle tipologie contrattuali.
In sostanza l’oggetto della delega non è il contratto unico, né un contratto aggiuntivo, bensì il contratto a tempo indeterminato per il quale si propone che, in caso di licenziamento, la tutela reale dell’articolo 18 sia sostituita dal pagamento di un’indennità di importo proporzionale all’anzianità di servizio. La reintegra resta confermata solo per i licenziamenti discriminatori.
Dall’altro c’è il Pd, che sostiene la sperimentazione del contratto di inserimento a protezione crescente, che comporterebbe il congelamento della protezione dell’articolo 18 solo per un periodo di prova, per i neoassunti, che una volta stabilizzati godrebbero delle stesse tutele degli altri lavoratori assunti con contratto a tempo indeterminato. Ha cercato una mediazione Stefano Lepri (Pd), con un emendamento che propone di sperimentare il contratto a tutele crescenti per i giovani e i lavoratori da ricollocare. Ma questo tentativo è stato bocciai o dai senatori del Pd e degli altri partiti della maggioranza.
Accantonato l’articolo 4, la Commissione lavoro ha iniziato ad esaminare gli emendamenti agli altri articoli (1, 2, 3 e 5), che contengono le deleghe al governo in materia di ammortizzatori sociali, politiche attive, semplificazione delle procedure, maternità e conciliazione dei tempi di vita e lavoro. La gran parte degli emendamenti, tuttavia, sono stati sottoposti al vaglio della commissione Bilancio, per verificare l’esistenza o meno di problemi di copertura. È stato approvato, invece, l’emendamento presentato da Serenella Fucksia (M5s) che ha esteso la delega al Governo in materia di semplificazione delle procedure e adempimenti anche all’igiene e alla sicurezza sul lavoro. Il rinvio del voto sull’articolo 4 potrebbe far slittare alla terza settimana di luglio l’esame del ddl da parte dell’Aula.
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Contratti, il Governo prende tempo