Dai magistrati alle Authority parte l'assalto alla riforma Pa?

Domani scade il termine per gli emendamenti: in arrivo una raffica di richieste di modifica da quasi tutti i partiti che gli avvocati pubblici vincono il 70 per cento delle controversie. Negli ultimi anni poi, hanno permesso di incamerare qualcosa come 18 miliardi di euro. Lavorare con il solo stipendio, insomma, demotiverebbe. Da qui l’accorato appello a modificare le norme. quaranta anni di contributi. Raffaele Calabrò, del Nuovo centro destra, ha chiesto lo sblocco del turn over per i medici. Tutti i capigruppo della commissione bilancio hanno già annunciato che presenteranno un emendamento al decreto sulla pubblica amministrazione per mandare in pensione entro settembre 4 mila professori prossimi alla pensione rimasti intrappolati dalle norme della legge Fornero. Anche 9000 macchinisti dei treni stanno cercando una sponda parlamentare per riportare a 58 anni l’età di pensionamento salita a 66 anni con la Fornert. Ed è probabile che trovino qualche sponda considerando che dalla loro hanno il fatto che si tratta di personale che guida ormai treni che vanno a 300 chilometri orari. Fatto è che il percorso che si preannuncia alla Camera, e che sarà guidato dal relatore Emanuele Fiano insieme al governo, non si preannuncia semplice. Intanto ieri la conferenza dei capigruppo ha deciso di rimandare l’approdo in aula del provvedimento, inizialmente previsto per il 14 luglio, al 22 luglio. Il decreto scade il 23 agosto, ma è probabile che una volta modificato alla Camera venga poi blindato al Senato. Anche per evitare che l’estate calda sul fronte della Pa diventi bollente.
 
Il provvedimento
 
L’obiezione più comune riguarda il portafogli. I conti sbagliati. Si tratti delle Camere di commercio, dei tagli ai compensi degli avvocati dello Stato o della riduzione delle scuole della pubblica amministrazione, la giustificazione per modificare, rinviare, bypassare la rifoma della pubblica amministrazione è quasi sempre la stessa. Unioncamere, per esempio, davanti alla Commissione affari costituzionali della Camera, dove sono in corso le audizioni sul decreto del governo, ha spiegato che tagliando del 50 per cento i compensi delle imprese alle camere di commercio si rischia di abbattere il Pil di 2,5 miliardi. Confcommercio ha addirittura intrapreso ína canapa surterritorio per spiegare quanto sia devastante possa essere mettere in, ginocchio il sistema camerale. Se dalle Camere di commercio si passa agli avvocati dello Stato la musica non cambia. Qualche giorno fa l’avvocato generale Michele Giuseppe di Pace, ha fatto presente a governo e Parlamento che vogliono azzerare i compensi della categoria lasciandogli solo lo stipendio, che in fin dei conti ogni causa patrocinata da loro costa all’erario solo 800 euro e
 
Le proposte
 
Proprio qui sta il punto. È che gli accorati appelli ormai si sprecano. Dai giudici amministrativi a quelli contabili, dalle Authority che non vogliono gli accorpamenti, ai sindacati che protestano per il taglio del 50 per cento dei permessi, è un fiorire di richieste di modifica al testo. Molte di queste stanno trovando orecchie attente nei deputati dei vari schieramenti politici. Il termine per presentare le proposte di modifica al provvedimento scadrà domani, e quella che si preannuncia è una pioggia di emendamenti. Basta prestare orecchio alle dichiarazioni degli onorevoli. Anna Maria Carloni del Pd, per esempio, ha ricordato come l’intera commissione trasporti della Camera si sia pronunciata contro l’accorpamento degli uffici dell’Authority delle Comunicazioni. Un altro deputato dem, Mario Amato, della commissione sanità, ha espresso seri dubbi sulla possibilità di pensionare il personale medico con La fotografia degli statali.
 
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