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È in discussione a partire dal 4 febbraio 2020 il Disegno di Legge n. 1461-2019 che, approdato in Commissione Lavoro del Senato in seguito a numerose proposte di legge presentate a partire dalla XVII legislatura, mira all’incremento delle tutele nei confronti dei caregiver familiari. Soggetti che hanno visto il primo formale riconoscimento a livello legislativo con la Legge di Bilancio 2018, la quale all’art. 1 comma 254, ha istituito presso il ministero del lavoro e delle politiche sociali un fondo di 5 milioni di euro per il triennio 2018-2020 per il sostegno del ruolo di cura e di assistenza di coloro che assistono un parente malato o non autosufficiente, secondo i requisiti previsti dal comma 255.
Per quanto sia indubbiamente positivo il tentativo di creare una rete di sostegno per queste figure che oggi in Italia costituiscono un esercito invisibile di oltre 7 milioni di persone, viene da chiedersi se la sola introduzione di misure a sostegno della famiglia possa essere sufficiente a risolvere alcune criticità oggi sempre più evidenti. A causa della grande diffusione del modello familista nel nostro Paese, infatti, i caregiver familiari sono sempre più caricati di oneri di cura che sembrerebbero avere degli impatti devastanti sugli stessi. Basti pensare che secondo uno studio condotto da Elizabeth Hellen Blackburn, premio Nobel per la medicina nel 2009, lo stress generato dagli oneri di cura potrebbe causare una riduzione dell’aspettativa di vita per i caregiver pari fino a 17 anni rispetto alla media. Parallelamente, sono sempre più evidenti le difficoltà economiche delle famiglie che si trovano a dover gestire autonomamente una condizione di non autosufficienza al proprio interno, a causa dei costi delle cure da sostenere e dalla sempre più diffusa fuoriuscita dal mercato del lavoro dei caregiver familiari, per i quali la conciliazione tra oneri di cura e lavoro è spesso impossibile.
Così accanto al formale riconoscimento dei caregiver familiari, risulta necessario proporre anche strumenti in grado di incentivare e promuovere la costruzione di un mercato del lavoro di cura in cui professionisti adeguatamente formati possano rispondere alle esigenze delle famiglie e degli assistiti, sollevando i caregiver familiari da oneri di cura sempre più gravosi e sempre meno gestibili all’interno delle mura domestiche.
In tale direzione si era mosso, il professor Marco Biagi quando, già nel lontano 2000, percependo la centralità del tema e l’esigenza di trovare soluzioni per tutte le criticità di un possibile mercato emergente, aveva promosso il Patto Modenese per l’assistenza domiciliare agli anziani. Firmato il 22 dicembre 2000 e inserito nell’ambito del progetto transnazionale SERDOM, esso aveva quale principale obiettivo l’attuazione di iniziative locali volte a promuovere ed incentivare servizi assistenziali a domicilio, al fine di favorire l’incontro tra domanda ed offerta di lavoro in un settore all’epoca, così come oggi, ancora scarsamente regolamentato.
L’obiettivo di questo Bollettino speciale ADAPT è quindi quello di fornire gli elementi che compongono il quadro normativo e sociale nel quale operano gli indispensabili caregiver familiari, e di proporre una riflessione in relazione alle possibili alternative al modello familista ad oggi praticabili. In particolare si mette l’accento sull’esigenza di operare una scelta in relazione alla gestione della non autosufficienza. È infatti indispensabile capire se si intende proseguire nella direzione fino ad oggi intrapresa, continuando ad incentivare quasi esclusivamente misure a sostegno della famiglia e dei caregiver familiari, così come previsto dal ddl in discussione, o se si intenda adottare anche altri strumenti. Primo su tutti, l’incentivazione e la promozione di un mercato del lavoro di cura.
All’interno del bollettino sarà possibile trovare le proposte di legge susseguitesi negli anni, tutte concentrate sull’esigenza del riconoscimento del caregiver familiare e tuttavia mai convertite in legge. Accanto ad esse, congiuntamente ad una rassegna degli articoli recentemente pubblicati sulla stampa nazionale e ad alcuni report di portata internazionale relativi al care work, una serie di pubblicazioni incentrate proprio sul tema dell’importanza della costruzione di un mercato del lavoro di cura virtuoso, nel tentativo di risolvere tutte quelle criticità precedentemente delineate e ad oggi in costante espansione.
Scuola di dottorato in Formazione della persona e mercato del lavoro
Università degli Studi di Bergamo