Dopo il reddito di cittadinanza. Qualche appunto sui dati sul Supporto formazione e lavoro 

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Bollettino ADAPT 30 settembre 2024, n. 34 

 

A seguito dell’abolizione del Reddito e della Pensione di cittadinanza (legge n. 197/2022), sono state introdotte, in sostituzione, due nuove e diverse misure: l’Assegno di Inclusione (ADI), strumento volto a contrastare la povertà e l’esclusione sociale e destinato ai nuclei familiari con componenti inabili al lavoro o difficilmente occupabili, e il Supporto per la Formazione e il Lavoro (SFL). Questa misura promuove l’attivazione e la presa in carico da parte dei servizi per l’impiego di persone a rischio di esclusione sociale e lavorativa, ma considerate (anche se non immediatamente) occupabili, per accrescere la loro occupabilità e supportare il loro inserimento nel mercato del lavoro tramite la partecipazione a progetti di formazione, di qualificazione e riqualificazione professionale, di orientamento, di accompagnamento al lavoro e di politiche attive del lavoro, a progetti utili alla collettività o al servizio civile universale.

 

A fronte della partecipazione dei beneficiari ai percorsi formativi e di inserimento lavorativi progettati dai servizi per l’impiego (dopo una valutazione delle competenze e delle necessità individuali e la sottoscrizione del Patto di servizio personalizzato), i destinatari della misura ricevono una indennità di 350 euro mensili, per tutta la durata del percorso, per un massimo di 12 mensilità.

 

Il XXIII Rapporto annuale INPS offre la rappresentazione dei dati disponibili sul SFL per il periodo tra settembre 2023 (decorrenza dell’attivazione della misura) e giugno 2024, consentendo una prima valutazione dell’applicazione dello strumento.

 

In tale periodo, 102 mila sono stati i beneficiari della misura (per almeno una mensilità), con una media di 3,7 mensilità percepite.

 

Osservando la distribuzione geografica, emerge un forte sbilanciamento verso il Sud e le Isole dei destinatari: in queste aree si concentra infatti il 78% dei beneficiari totali, mentre solo il 13% si trova nelle regioni del Nord e il 9% in quelle del Centro. Tra le regioni con la più alta percentuale di percettori spiccano la Campania (28%), la Sicilia (18%), la Puglia (12%) e la Calabria (11%), che insieme rappresentano il 69% delle persone che accedono al sostegno (tabella 4 e figura 1, in allegato).

 

Un fattore che contribuisce a spiegare la condizione di fragilità dei beneficiari e la necessità di accedere alla misura è il loro livello di istruzione. In circa il 29% dei casi, l’informazione non è disponibile (per assenza del curriculum vitae alla presentazione della domanda oppure per mancanza dell’informazione). Per il resto, il 41% dei beneficiari ha conseguito al massimo al massimo un titolo di scuola media inferiore o elementare. Solo il 6% possiede un titolo universitario o superiore (laurea, master, dottorato, ecc.). Questi numeri evidenziano una chiara correlazione tra un basso livello di istruzione e la necessità di ricorrere a misure di sostegno come l’SFL, suggerendo un legame tra il deficit formativo e la difficoltà di accesso al mercato del lavoro.

 

L’analisi della distribuzione dei destinatari della misura per genere, età e nazionalità mostra che su 63.486 beneficiari, il 57% è di genere femminile, mentre il restante 43% è di genere maschile, denunciando una, pur nota, maggiore fragilità delle donne nell’inserimento nel mercato del lavoro. Il 50% del totale ha un’età compresa tra i 50 e i 59 anni, indicando che l’SFL è spesso utilizzato da lavoratori che si trovano in una fase avanzata della loro vita professionale e che possono incontrare maggiori difficoltà di reinserimento lavorativo. Dal punto di vista della cittadinanza, la stragrande maggioranza dei percettori (93%) è italiana, mentre il 7% proviene da Paesi UE o extra-UE, con una maggiore incidenza (8,3%) delle donne.

 

Il Rapporto INPS offre un’analisi dettagliata dei nuclei percettori di reddito o pensione di cittadinanza (RdC/PdC) a dicembre 2022 con componenti idonei alla nuova misura SFL, ovvero in possesso, in quel momento, dei requisiti necessari per accedervi. L’obiettivo è verificare quanti siano poi risultati destinatari della misura. A fine 2022, su un totale di 1,2 milioni di nuclei percettori di RdC/PdC, 418 mila possedevano i requisiti per l’accesso allo SFL. Di questi, il 65% non risulta più percettore a fine 2023 (tabella 1), probabilmente per effetto delle modifiche introdotte dalla legge di bilancio 2023, che ha limitato le misure a sette mensilità per i nuclei con componenti “occupabili” oppure per cambiamenti nella composizione del nucleo familiare e nei requisiti necessari per accedere alla misura.

 

Tabella 1

Nuclei percettori di RdC/PdC a dicembre 2022 con caratteristiche potenziali SFL

TOTALE nuclei

di cui ancora percettori RDC/PDC a fine 2023

di cui NON più percettori RDC/PDC a fine 2023

418.200

145.600

272.600

100%

35%

65%

Fonte: XXIII Rapporto ISTAT, 2024

 

Infatti, il 32% dei nuclei non più percettori di RdC/PdC ha componenti occupati con lavoro dipendente, indicando che nel corso del 2023 sono riusciti a entrare nel mercato del lavoro e dimostrando che almeno un componente del nucleo era occupabile. Un ulteriore 9% di questi nuclei ha almeno un beneficiario di NASPI (tabella 2). Considerando che il 64% del totale di questi nuclei non ha presentato domanda né per ADI né per SFL, ciò implica che non si conosce il “destino” del 36% di essi e le ragioni dell’uscita dal sistema assistenziale e previdenziale, compresa probabilmente la mancanza di consapevolezza della possibilità di accedere a una delle due nuove misure. Per quanto riguarda le domande presentate per le nuove misure, solo il 13% ha fatto domanda per l’ADI e il 22% per lo SFL. Questo, in realtà, non sorprende, poiché la popolazione esaminata è composta da nuclei familiari percettori di RdC/PdC a dicembre 2022 con caratteristiche per accedere allo SFL.

 

L’analisi dei dati relativi all’accoglimento o meno delle domande presentate per ADI e SFL evidenzia alcune tendenze significative. Solo il 36% delle domande presentate per l’ADI è stato accettato, mentre le domande per il SFL hanno avuto una percentuale di accoglimento molto più alta, pari al 66%. Questi dati sono spiegabili per il tipo di popolazione oggetto dell’analisi, che, appunto, aveva le caratteristiche per accedere allo SFL e quindi in particolare aveva componenti occupabili. Pertanto, lo SFL è meglio allineato con le caratteristiche dei richiedenti, al contrario dell’ADI, che riguarda un sostegno più ampio legato all’inclusione sociale e volto a supportare nuclei con componenti inabili al lavoro o difficilmente occupabili.

 

Tabella 2

Nuclei NON più percettori di RdC/PdC a dicembre 2023 con caratteristiche potenziali SFL

 

V.A.

%

TOTALE

272.600

100%

Con domanda ADI

36.600

13%

Con domanda SFL

60.200

22%

Senza domanda

175.800

64%

di cui senza domanda, lavoro dipendente 2023/2024

86.700

32%*

di cui senza domanda, beneficiari NASPI 2023/2024

25.300

9%*

Stato della domanda ADI/SFL

V.A.

% su domande presentate

Accolte ADI

13.300

36%**

Accolte SFL

39.800

66%**

     

Accolte totale

53.100

55%

Respinte

28.000

28%

Sospese

5.200

6%

Decadute-revocate

3.900

5%

In lavorazione

1.500

6%

Fonte: nostre elaborazioni su dati XXIII Rapporto ISTAT, 2024, p. 186

*Percentuale sul totale dei nuclei

** Percentuale sulle rispettive domande presentate

 

È particolarmente interessante analizzare, poi, i comportamenti dei nuclei che, a fine 2023, erano ancora percettori di reddito o pensione di cittadinanza (tabella 3). Di questi 145.600 nuclei, più della metà (59%) ha presentato domanda per l’Assegno di Inclusione (ADI) e solo il 15% per il Supporto per la Formazione e il Lavoro (SFL), mentre il 25% non ha fatto alcuna domanda. Questo scenario suggerisce che, nonostante a dicembre 2022 i nuclei avessero componenti potenzialmente beneficiari dello SFL, la loro permanenza nel RdC/PdC a fine 2023 sia probabilmente legata ad una persistente vulnerabilità economica e difficoltà nell’accesso al mercato del lavoro. Questo è ulteriormente confermato dal fatto che il 61% delle domande ADI è stato accolto. Rispetto alla percentuale molto elevata (79%) di domande SFL accettate, è importante considerare che la popolazione osservata è già selezionata sulla base dei requisiti per l’accesso allo SFL, verificati a fine del 2022. Ciò, insieme al fatto che solo il 15% dei nuclei ha scelto di presentare domanda per lo SFL, potrebbe indicare una buona consapevolezza da parte di chi ha optato per questa misura di possederne i requisiti.

 

Confrontando questi dati con quelli dei nuclei non più percettori di RdC/PdC a dicembre 2023, emerge che, tra quelli ancora percettori, solo il 25% non ha presentato domanda né per l’ADI né per lo SFL, un dato decisamente inferiore rispetto al 64% dei nuclei che non ricevono più alcun sostegno economico. Tale esito è comprensibile, poiché il fatto che questi nuclei continuino a percepire RdC/PdC indica una condizione di maggiore fragilità sociale e lavorativa e, quindi, una maggiore necessità di supporto economico. La loro vulnerabilità è inoltre confermata dal fatto che solo l’8% di questi nuclei ha almeno un componente che ha trovato un’occupazione nel 2023/2024, e appena l’1% beneficia della NASPI. Tuttavia, rimane un 16% dei nuclei che non ha né presentato domanda né trovato occupazione o ottenuto un altro sussidio. Questo solleva interrogativi sull’accessibilità delle informazioni e suggerisce che una parte della popolazione potrebbe non essere adeguatamente supportata o consapevole dei propri diritti.

 

Tabella 3

Nuclei ANCORA percettori di RdC/PdC a dicembre 2023 con caratteristiche potenziali SFL

 

V.A.

%

TOTALE

145.600

100%

Con domanda ADI

86.600

59%

Con domanda SFL

22.300

15%

Senza domanda

36.700

25%

di cui senza domanda, lavoro dipendente 2023/2024

11.400

8%*

di cui senza domanda, beneficiari NASPI 2023/2024

2.100

1%*

Stato della domanda ADI/SFL

V.A.

% su domande presentate

Accolte ADI

52.700

61%**

Accolte SFL

17.600

79%**

     

Accolte totale

70.300

65%

Respinte

28.000

26%

Sospese

5.200

5%

Decadute-revocate

3.900

4%

In lavorazione

1.500

1%

Fonte: nostre elaborazioni su dati XXIII Rapporto ISTAT, 2024, p. 186

*Percentuale sul totale dei nuclei

** Percentuale sulle rispettive domande presentate

 

Nel complesso, dei 418.200 nuclei familiari percettori di reddito o pensione di cittadinanza che a dicembre 2022 presentavano i requisiti per accedere al SFL, il 30% non può accedere al SFL, poiché i componenti sono occupati (98.100 nuclei – 23%) – nel settore privato non agricolo nel 2023/2024 – oppure sono beneficiari di NASPI (27.400 – 75%). Il 16% (66.000 nuclei) ha avuto la domanda di ADI accolta, mentre solo il 14% (57.400) risulta avere componenti beneficiari di SFL. Rimangono, però, 169.300 nuclei familiari (40% del totale) che non hanno né componenti che lavorano, né percettori di NASPI, né beneficiari di ADI o SFL.

 

La domanda, dunque, è quali siano stati i cambiamenti del nucleo familiare e quale sia l’attuale condizione di questo 40%. Non disponendo di dati completi, si possono soltanto avanzare alcune ipotesi. Questi nuclei potrebbero aver perso i requisiti per accedere alle nuove misure di sostegno a causa di modifiche nella loro composizione, di un miglioramento delle condizioni economiche o di requisiti più stringenti rispetto a quelli per l’accesso al RdC/PdC. È possibile, inoltre, che almeno un membro della famiglia abbia trovato un’occupazione autonoma o nel settore agricolo. Queste posizioni lavorative non sono rilevate nell’ambito dei dati disponibili. Alcuni nuclei familiari potrebbero, invece, fare affidamento su forme di sostegno informale, come aiuti da parte di familiari o forme di lavoro non regolare. Ancora, una parte di questi nuclei potrebbe non essere a conoscenza delle nuove misure di sostegno economico introdotte, come l’ADI o il SFL, oppure potrebbe non aver compreso appieno procedure di presentazione della domanda. In alcuni casi, barriere burocratiche e digitali potrebbero aver ostacolato l’accesso a tali misure. Un’ulteriore spiegazione potrebbe risiedere nella complessità delle procedure amministrative, che potrebbe aver dissuaso alcuni nuclei dal richiedere il supporto.

 

Per comprendere le cause specifiche della mancata partecipazione alle nuove misure di sostegno da parte di questi nuclei familiari, sarebbe necessaria un’analisi più approfondita, supportata da ulteriori dati e indagini mirate.

 

Tabella 4

Soggetti con domanda accolta SFL nel periodo tra il 1° settembre 2023 e il 30 giugno 2024 per regione

Regione e
Area geografica

Intero periodo
(Settembre 2023 – Giugno 2024)

Numero
beneficiari
V.A

Numero
beneficiari
%

Numero medio mensilità percepite

Piemonte

4.422

4%

4,4

Valle d’Aosta

40

0%

3,6

Lombardia

3.637

4%

4,0

Trentino-Alto Adige

54

0%

3,5

Veneto

1.192

1%

4,1

Friuli-Venezia Giulia

572

1%

3,7

Liguria

1.119

1%

3,6

Emilia-Romagna

2.250

2%

4,5

Toscana

2.593

3%

4,5

Umbria

792

1%

5,2

Marche

897

1%

4,8

Lazio

5.222

5%

3,0

Abruzzo

2.147

2%

4,6

Molise

653

1%

3,4

Campania

28.813

28%

3,8

Puglia

12.354

12%

4,1

Basilicata

641

1%

3,0

Calabria

11.258

11%

4,3

Sicilia

18.234

18%

2,3

Sardegna

5.175

5%

4,1

Italia

102.065

100%

3,7

Nord

13.286

13%

4,2

Centro

9.504

9%

3,7

Sud e Isole

79.275

78%

3,6

Figura 1

Fonte: nostre elaborazioni su dati XXIII Rapporto ISTAT, 2024, p. 183-4

 

Silvia Spattini 

Ricercatrice ADAPT
@SilviaSpattini

Dopo il reddito di cittadinanza. Qualche appunto sui dati sul Supporto formazione e lavoro