La Corte d’Appello di Torino, che ha confermato il vitalizio per un dipendente Telecom che si era ammalato per l’uso eccessivo del telefonino, riapre il confronto sui possibili effetti del cellulare
Alla fine è dovuto intervenire anche il ministro della Salute, Roberto Speranza, nel dibattito innescato dalla sentenza della Corte d’Appello di Torino. Con cui i giudici hanno condannato l’Inail a risarcire un dipendente della Telecom in pensione per il tumore all’orecchio che sarebbe stato causato dall’uso eccessivo del telefonino per lavoro.
«Su queste materie, per quanto mi riguarda, è vincolante – ha detto il ministro – quello che viene affermato dagli istituti internazionali di maggiore prestigio ». Ovvero Organizzazione mondiale della sanità (Oms), Agenzia internazionele per la ricerca sul cancro (Iarc), Istituto superiore di sanità (Iss). Tutti compatti nel sottolineare come nessuna correlazione sia stata provata tra i campi elettromagnetici dei cellulari e l’insorgenza di tumori. Magistratura contro scienza, dunque. E senza mezzi termini, visto che proprio la posizione dell’Iss è stata per la prima volta esplicitamente criticata nella relazione dei periti della Corte di Torino: «Usa in modo inappropriato i dati sull’incidenza dei tumori cerebrali – sostengono i medici coinvolti nel processo – e non tiene conto dei recenti studi sperimentali»…
Continua a leggere su Avvenire