Tempo di pagelle per il piano industria 4.0 del governo, che l’altro giorno, a un anno distanza dall’avvio, è entrato nella fase due. Il giudizio sui primi dodici mesi di attività porta in calce la firma dei ricercatori della Fondazione Adapt. Ed è un giudizio positivo solo a metà perché, come scrivono gli autori di un complesso ebook di analisi sul piano industria 4.0, se gli incentivi agli investimenti in tecnologia hanno dato i loro frutti, il progetto sullo sviluppo delle risorse umane e delle competenze per governare i nuovi paradigmi tecnologico è rimasto lettera morta.
“Non si tratta solo di un 50% realizzato e un 50% ancora da realizzare, la relazione tra i due pilastri è più profonda”, scrivono gli autori dell’ebook, Elena Prodi, Francesco Seghezzi (direttore della Fondazione) e Michele Tiraboschi (coordinatore scientifico della Fondazione). E aggiungono: “Senza competenze e senza nuove forme di organizzazione e regolazione del lavoro il rischio è quello di vanificare gli investimenti fatti, o di utilizzarli unicamente come un semplice rinnovamento del parco macchine”. Lo stesso ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, ha ammesso che l’avvio dei Competence center è in netto ritardo.
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