Formazione continua e ancorata a progetti aziendali, certificazioni delle abilità acquisite dai lavoratori e “competence center” che non si limitino a far incontrare imprese e università ma siano “hub” inclusivi di tutti gli attori coinvolti nella sfida della quarta rivoluzione industriale. Per Francesco Seghezzi, Direttore di Adapt, associazione fondata da Marco Biagi nel 2000 con obbiettivo lo studio e la ricerca comparata nell’ ambito delle relazioni industriali e di lavoro, e nel 2007 diventata una scuola di Alta Formazione, la mobilitazione delle risorse per attuare la seconda fase del piano nazionale Industria 4.0, per la parte finalizzata alla riqualificazione dei lavoratori, deve seguire logiche specifiche. E un modello di riferimento pratico, che già esiste: il contratto nazionale dei metalmeccanici. In attesa che vengano definiti i dettagli del nuovo Piano governativo, del quale il ministro allo Sviluppo economico Carlo Calenda ha fornito nelle scorse settimane solo le prime linee guida, Seghezzi rimane della convinzione che «Non saranno sufficienti gli sconti fiscali allo studio del governo per rilanciare le competenze dei lavoratori verso a quarta rivoluzione industriale .» E lancia una serie di proposte. Vediamole…
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