Garanzia Giovani diventi misura strutturale

II piano Garanzia Giovani, partito il 1° maggio, sta suscitando interesse e attenzione nella società e da parte dei media, come dimostrano anche gli articoli pubblicati dal Corriere della Sera. Per noi è un fatto positivo che ci siano così tante valutazioni, suggerimenti, critiche. Perché Garanzia Giovani è un piano ambizioso, una sfida complessa: è il primo banco di prova della capacità del nostro Paese di sperimentare su larga scala politiche attive per il lavoro; di stimolare la partecipazione attiva dei giovani che non studiano e non lavorano per offrire loro un ventaglio di opportunità. E il fatto che, al 2 luglio, più di 108.575 giovani si siano «attivati» registrandosi sul sito nazionale e sui portali regionali è confortante. A questi giovani, e a quelli che si aggiungeranno, occorre dare risposte concrete.

 

In proposito, vorrei sottolineare che le occasioni di lavoro (2.742, per un totale di posti disponibili pari a 4.067; erano meno di 600 dieci giorni fa) sono quelle «pubblicate» dalle aziende sul sito nazionale. A queste vanno aggiunte le opportunità legate alle attività che stanno svolgendo le Regioni.

 

Naturalmente, siamo ben consapevoli che, per una buona riuscita del piano, è essenziale il coinvolgimento attivo del sistema imprenditoriale, perché il lavoro lo creano le imprese. E per questo che abbiamo firmato protocolli di collaborazione con le principali associazioni imprenditoriali e con due grandi imprese. E continueremo a farlo nei prossimi giorni.

 

È un approccio innovativo, così come innovativa è stata la scelta, condivisa dalla sola Francia, di presentare alla Commissione Ue un programma autonomo che, secondo anticipazioni di Bruxelles, potrà essere approvato già nei prossimi giorni. I piani degli altri Paesi, inseriti nel contesto della programmazione Fse, saranno approvati tutti in tempi successivi. Quindi, questa volta siamo tra i primi. Lo sottolineo per rispondere alle preoccupazioni espresse da più parti su questo punto.

 

Così come vorrei chiarire che Garanzia Giovani non è una misura isolata, ma si colloca all’interno di provvedimenti attivati ai livelli nazionale e regionale a sostegno della ripresa dell’economia e della crescita dell’occupazione. Nel caso specifico delle regioni meridionali, per esempio, gli interventi per velocizzare l’impiego dei fondi comunitari. Senza trascurare il recente decreto interministeriale finalizzato a rendere possibile l’alternanza scuola-lavoro per gli studenti dell’ultimo biennio delle superiori.

 

Le critiche più ricorrenti hanno però riguardato l’autonomia delle Regioni nella scelta di allocazione delle risorse tra le diverse misure previste dal Piano e la loro diversa «velocità di reazione». Sul primo tema, deve essere chiaro che questa autonomia è legata all’attuale assetto costituzionale del nostro Paese. Comunque, poiché è previsto che il Ministero del lavoro effettui un monitoraggio costante anche sugli impieghi e sui risultati, è nostra intenzione, sulla base dei dati che raccoglieremo, proporre alle Regioni suggerimenti per il miglioramento della gestione del piano. In proposito, voglio sottolineare che ci muoviamo costantemente in una logica di leale collaborazione, consapevoli che il successo del piano è legato alla capacità di lavorare tutti insieme senza cadere nella facile tentazione di scaricare ognuno sull’altro le responsabilità. E questo vale anche per la seconda osservazione.

 

È innegabile che le Regioni partano da situazioni diverse sia sotto il profilo della robustezza dell’economia che dell’efficienza delle pubbliche amministrazioni. Sarebbe però ingiusto non riconoscere che tutte si stanno attivando per l’attuazione del piano. L’importante è che Garanzia Giovani sia vissuta da tutti come una spinta per migliorare le performance di partenza.

 

Il Ministero del lavoro sarà, per questo, al fianco di tutte le Regioni, con un’attenzione particolare per quelle che dimostrano di avere più bisogno di impulso e di sostegno. E questo, in un quadro di circolazione delle informazioni e di trasparenza che rappresenta il tratto di fondo che ispira la nostra azione fin dal principio.

 

Non è un caso, infatti, che ogni settimana pubblichiamo sul sito e diffondiamo ai mezzi di informazione un report complessivo sulle registrazioni dei giovani, sulle adesioni delle imprese e, da ultimo, anche sulle principali iniziative delle Regioni. Riteniamo che questo modo di procedere non solo dia a tutti una corretta informazione ma aiuti e stimoli tutti i soggetti attuatori del programma, pubblici e privati, a lavorare meglio.

 

Insomma, per i suoi obiettivi e per il modello di intervento, Garanzia Giovani è un’occasione importante per segnare una svolta nel funzionamento delle politiche attive per il lavoro. Ne siamo così convinti che proponiamo ai partner comunitari di renderlo una misura strutturale, che vada oltre i due anni di durata oggi previsti.

 

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Garanzia Giovani diventi misura strutturale
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