Elia Acciai, Silvia del Rizzo, Chiara Mingolla (lavoce.info, 3 maggio 2023)
Un’alta pressione fiscale rallenta la crescita economica e allontana gli investitori stranieri. Il decreto “Lavoro” mira a ridurre il cuneo fiscale per i lavoratori dipendenti, ma le misure adottate dal governo non sembrano particolarmente significative…
La pressione fiscale in Italia e nel resto del mondo
Il decreto “Lavoro”, approvato dal governo Meloni il 1° maggio, prevede una riduzione della pressione fiscale pari a 4 punti percentuali per la seconda metà del 2023, con un costo totale di 4 miliardi di euro. Sommandosi ai provvedimenti precedentemente adottati, la riduzione complessiva del carico contributivo sarà di 6 punti percentuali per i percettori di redditi inferiori ai 35 mila euro e di 7 punti percentuali per i redditi fino ai 25 mila euro.
Secondo l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse), il cuneo fiscale in Italia, ossia l’indicatore che misura la differenza tra il costo del lavoro per l’azienda e il salario netto che il lavoratore riceve effettivamente in mano, è uno dei più alti tra i paesi membri, attestandosi al 45,9 per cento del costo del lavoro nel 2022, contro una media Ocse del 34,6 per cento. Significa che quasi la metà delle spese sostenute dalle aziende per impiegare un lavoratore sono destinate a tasse e contributi sociali, rendendo l’Italia poco competitiva rispetto ad altri paesi….
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