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Bollettino ADAPT 15 novembre 2021, n. 40
Non c’è dubbio, come ogni crisi sistemica, la pandemia si sta rivelando un grande acceleratore di cambiamenti. Anche nel mercato del lavoro. E non possiamo far finta che non sia così. I suoi dati parlano e ci interrogano, ma non è semplice decifrarne il messaggio e fornire risposte adeguate. Pertanto, è opportuno riflettere sullo stato di salute del mercato del lavoro e sulle sue dinamiche.
Per passare dalle parole ai fatti, va segnalato un paradosso che potrebbe frenare la ripresa e il suo impatto sull’occupazione. L’Istat, l’Osservatorio Excelsior e la Commissione Europea denunciano l’esistenza di un crescente mismatch nel mercato del lavoro: ci troviamo in una situazione in cui convivono posti vacanti e persone disoccupate. Il fenomeno non è solo italiano, ma di tutte le economie sviluppate.
Tecnicamente, il paradosso è alimentato da un disallineamento tra domanda e offerta di lavoro, nel senso che la nuova domanda di manodopera non incontra l’offerta. In pratica, le imprese – mentre programmano nuove assunzioni – faticano a trovare ben 4 profili professionali su 10. Nel contempo, il tasso di occupazione continua scendere, specie per le giovani donne con figli che vengono risucchiate nell’inattività per motivi familiari. Il disallineamento non è un fenomeno nuovo nel nostro Paese, ma preoccupa la velocità della sua crescita.
Il mismatch segnalato dalle imprese è, in via principale, causato dalla mancanza di candidati, seguita dalla mancanza di competenze dei candidati. Tuttavia, l’analisi di tali dinamiche è molto più complessa in quanto risente delle caratteristiche sia dei settori produttivi (con situazioni diverse tra il comparto industriale e quello dei servizi) sia del tipo di ricerche di personale (di alte o basse professionalità e/o di figure tecniche o specializzate).
La mancanza di candidati non si può addebitare all’esistenza del reddito di cittadinanza. Certo, nel mercato del lavoro italiano – purtroppo – ci sono condizioni di lavoro economicamente competitive con il reddito di cittadinanza. Focalizzandosi solo su questi casi, però, non solo si rischia una confusione fra tra la lotta alla povertà e le politiche del lavoro, ma si conferisce loro una rilevanza eccessiva nella spiegazione del fenomeno denunciato, data la loro scarsa numerosità.
Veniamo ai fatti, allora: che fare per non azzoppare la ripresa? La risposta è articolata e urgente. Nel breve periodo, per i profili meno qualificati, è necessario agevolare l’informazione e l’incontro tra domanda e offerta, con una maggior sinergia tra agenzie pubbliche e private per il lavoro. Per i profili più specializzati o innovativi, vanno promossi aggiornamenti formativi. Occasioni come la prossima edizione della Fiera del lavoro promossa
da Alig, con il supporto anche dell’Università di Udine, è una stimolante opportunità di informazione, formazione e lavoro per il nostro territorio.
Nel lungo periodo, per gli aggiustamenti degli ingranaggi del mercato del lavoro, il Governo ha lanciato la Garanzia di Occupabilità dei Lavoratori (acronimo GOL) che riconosce l’importanza e potenzia le politiche attive del lavoro e formazione. La sfida è ambiziosa, perché si intende fornire una serie di servizi personalizzati, “su misura”, anche in relazione alle esigenze delle aziende e del territorio. Tenuto conto delle recenti censure mosse dalla Corte dei Conti al funzionamento dei centri per l’impiego (finanche con sistemi informativi “non dialoganti fra di loro”) resta il forte dubbio se tutte le Regioni italiane saranno in grado di usare in modo efficiente ed efficace i miliardi messi a disposizione dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Il tutto, con la consolazione che il Friuli Venezia Giulia ha maturato una buona esperienza di servizi per l’impiego e con la speranza che il nuovo programma GOL non costituisca il secondo tempo della vecchia partita dei Navigator, ma ponga le premesse per agevolare i cambiamenti occupazionali e personali in un nuovo contesto di mercati transizionali del lavoro.
Marina Brollo
Ordinaria di diritto del lavoro
Università degli Studi di Udine
*Pubblicato anche su Il Messaggero Veneto del 13 novembre 2021 col titolo Va agevolato l’incontro tra domanda e offerta