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Bollettino ADAPT 9 dicembre 2019, n. 44
Con l’avvento delle principali piattaforme digitali, in grado di fungere da intermediari tra fornitori e clienti-consumatori, un nuovo modello di business si è affermato in diversi settori economici. Realtà quali Deliveroo, Uber, Airbnb e Amazon sono diventate nel corso di questi anni protagoniste del mercato mondiale, portando con sé nuove sfide per i legislatori dei diversi paesi, impegnati a cercare soluzioni per garantire parità di condizioni e leale concorrenza tra le diverse imprese operanti.
Uno dei settori più toccati, per la natura delle attività e i servizi offerti da diverse piattaforme, è quello alberghiero e della ristorazione. In assenza di regolamentazioni organiche sia a livello dei singoli stati che a livello comunitario, le parti sociali europee, Effat (European Federation of Food, Agriculture and Tourism Trade Unions) dal lato sindacale e Hotrec (Hotel, Restaurants and Cafés in Europe) dal lato datoriale, nell’ambito delle procedure del dialogo sociale, hanno siglato il 29 novembre 2019 a Bruxelles un memorandum sulla Platform Economy.
Nella dichiarazione comune, le parti sociali europee evidenziano innanzitutto la crescente attività e il valore economico delle piattaforme di home e food sharing e i rischi che possono nascere dalla mancanza di controlli e regole certe per tali realtà. In particolar modo, la presenza di operatori non registrati nella platform economy, i quali possono usufruire di agevolazioni fiscali e di sussidi abitativi riservati all’utilizzo personale, può rappresentare un fattore di concorrenza sleale nei confronti degli operatori regolarmente soggetti ad adempimenti fiscali e amministrativi in ragione della loro attività.
Di fronte a un simile scenario, le parti sociali europee del settore alberghiero concordano sulla necessità di accrescere la cooperazione sul tema della platform economy, con l’obiettivo di valutare il reale impatto di quest’ultima sugli affari e sull’occupazione nei settori di competenza e di promuovere l’adozione di specifiche azioni, insieme alle pubbliche autorità, per prevenire o rimediare alle irregolarità sul mercato e garantire parità di condizioni tra gli operatori.
Forte appare infatti la domanda di un’azione organica da parte delle istituzioni, perché vi siano le stesse “regole del gioco” per tutti gli operatori. In particolar modo, il memorandum sollecita le autorità pubbliche a prendere misure specifiche nei seguenti termini.
In primo luogo, le parti demandano alle pubbliche autorità una legislazione che limiti l’impatto negativo delle attività economiche della platform economy sulle attività commerciali e sull’impiego dei lavoratori nel settore e la raccolta di dati coerenti relativi al fenomeno.
Inoltre, viene aggiunta la richiesta di appropriate sanzioni, come misure deterrenti proporzionate nei confronti di coloro che non rispettino i requisiti stabiliti dal legislatore.
Infine, è richiesta l’assegnazione di adeguate risorse e di potere legale alle pubbliche autorità, affinché vi sia un’effettiva applicazione della legge, per garantire i diritti dei consumatori e dei lavoratori impiegati nel settore e una leale concorrenza tra le imprese. Si tratta di questioni per le quali esistono già obblighi amministrativi e regole da rispettare e costi da sostenere per gli operatori registrati. Nel memorandum viene chiesto il rispetto di tali standard da parte di tutti i fornitori di servizi nel mondo alberghiero e del turismo, e un adeguato supporto del legislatore per perseguire tale obiettivo.
Le parti riconoscono che qualche primo timido passo in avanti è già stato compiuto, a livello europeo, come dimostra l’accordo tra Airbnb e la Commissione Europea relativo ai diritti dei consumatori. Effat e Hotrec però, col memorandum del 29 novembre, richiedono un intervento più incisivo, completo e in grado di rivolgersi a tutti gli operatori della platform economy.
ADAPT Junior Fellow
@Michele_ds95