Mario Lavia (Linkiesta, 7 marzo 2022)
Il segretario della Cgil prova a mettersi a capo di un’aggregazione che, di fatto, si rivela antiamericana e anti-Nato. Non è la prima volta e non è una sorpresa. Ma se queste posizioni rientrano nel “campo largo” che Letta immagina per governare il Paese, ecco, allora abbiamo un problema.
Ci risiamo: Maurizio Landini si è posto alla testa del movimento pacifista-neutralista che sabato è sceso in piazza a Roma con partecipazione buona ma non certo oceanica. La scelta, probabilmente richiesta dalla Cgil, di far concludere i comizi al suo segretario generale segnala l’intenzione di Landini di assumere la leadership dei pacifisti-neutralisti.
Non è certo la prima volta che il protagonismo del segretario generale della Cgil – che in questa fase stenta a manifestarsi nella sua dimensione più propria, quella sindacale – lo mette in rotta di collisione con la Cisl (che sabato non c’era per un ovvio dissenso sulla piattaforma “neutralista”) e finanche con il segretario del Pd Enrico Letta, attestato con coraggio su una posizione che distingue nettamente aggressori e aggrediti e sostiene l’appoggio all’Ucraina in ogni modo, compreso quello militare…
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