Bollettino ADAPT 22 febbraio 2021, n. 7
Grande novità in casa Cisl. Annamaria Furlan si è dimessa da segretario generale, come aveva da tempo annunciato, e ha proposto all’esecutivo del sindacato la successione di Luigi Sbarra, il suo “aggiunto”. Il voto unanime di questo organo fortemente rappresentativo dei territori e delle categorie lascia supporre un esito analogo del consiglio generale che entro un mese sarà convocato per la definitiva ratifica. Si tratta evidentemente di un ricambio che si realizza nella continuità.
D’altronde la CISL ha una identità così robusta da non tollerare forti discontinuità. Nata nel 1950 per affermare l’autonomia della funzione sindacale, si collega idealmente a quella Confederazione Italiana dei Lavoratori che aveva operato dal 1918 al 1926 ispirandosi alla dottrina sociale della Chiesa cattolica delineata nella enciclica Rerum Novarum. Ostile ad ogni riproposizione di modelli corporativi, è stata sempre diffidente nei confronti della regolazione legislativa delle relazioni di lavoro preferendo lo strumento contrattuale. Fu perfino contraria alla legislazione sui licenziamenti. Subì lo Statuto dei Lavoratori facendo peraltro valere il suo peso politico affinché fosse quanto più sussidiario verso la contrattazione e i suoi liberi attori.
Il ricambio è ora occasione per un nuovo impulso alle politiche che caratterizzano un sindacato diffidente verso ogni approccio ideologico. L’obiettivo principale è la crescita della ricchezza e della occupazione in un contesto così drammatico. Ne sono strumenti, per la CISL, il criterio della sussidiarietà orizzontale e verticale, le azioni per la ricomposizione di una nazione profondamente divisa, lo sviluppo della partecipazione e del coinvolgimento dei lavoratori nella vita delle imprese.
La CISL rifiuta esplicitamente una disciplina legislativa della rappresentatività dei corpi sociali che avrebbe il solo effetto di irrigidire ancor più il carattere centralistico della contrattazione. Solo attraverso gli accordi di prossimità il lavoratore riacquista un volto, incrementa la propria professionalità, partecipa del destino di una comunità d’impresa, ottiene una migliore remunerazione diretta e indiretta (attraverso prestazioni sociali) perché condivide i risultati ai quali ha concorso. E solo una tale evoluzione della contrattazione può concorrere al recupero dei molti territori che in Italia sono così profondamente separati dalle aree più forti. Relazioni di lavoro adattive ai diversi contesti possono attrarre investimenti e promuovere il dinamismo dei mercati del lavoro. Lo sviluppo del Mezzogiorno è condizione imprescindibile per consentire all’Italia quei tassi di crescita che sono necessari per governare il suo grande debito pubblico e la coesione sociale.
Luigi Sbarra ha accumulato l’esperienza necessaria per affrontare queste sfide ed è sempre apparso sensibile al rafforzamento dei tratti identitari della sua organizzazione. Molte persone nell’accademia e nella ricerca sociale, nel terzo settore, nelle funzioni pubbliche sono interessate a condividere idee e progetti con un sindacato capace di evitare l’omologazione ideologica, di rifiutare la logica dei veti corporativi al cambiamento, di esprimere una visione naturale del lavoro, di considerare l’impresa una comunità di interessi e di valori.
Maurizio Sacconi
Chairman ADAPT Steering Committee
@MaurizioSacconi