Bollettino ADAPT 13 giugno 2023, n. 22
La brusca caduta della produzione industriale in aprile (rispetto a marzo e all’anno precedente) e le ragioni che l’hanno determinata fanno presagire un percorso più accidentato della ripresa. Le politiche del lavoro ritornano così necessarie per ragioni non solo sociali ma anche economiche. La ricerca della maggiore produttività delle imprese, la connessa politica delle retribuzioni, la promozione di adeguate competenze nella offerta di lavoro, il prosciugamento della ancor significativa dimensione di inattivi per sostenere la domanda di lavori “neoservili” sono solo alcuni degli ambiti di iniziativa del governo e delle parti sociali. Si è avviata una positiva fase di dialogo che può condurre a risultati se il confronto si concentra su pochi e significativi obiettivi.
Uno di questi è l’esercizio della delega fiscale. Il Presidente del Consiglio ha ipotizzato “una riduzione progressiva delle aliquote Irpef per abbassare la pressione fiscale ampliando sensibilmente lo scaglione più basso per ricomprendervi molti più lavoratori”. Giorgia Meloni ha aggiunto di voler inserire anche per i lavoratori dipendenti una serie di deduzioni, tra le quali quella sui trasporti. Infine ha dichiarato di voler rendere strutturale la detassazione dei fringe benefit e del contributo del datore di lavoro per i lavoratori ai quali nasca un figlio.
Le idee sono buone perché sostengono il potere di acquisto dei salari e la natalità ma rimangono parziali. Sarebbe infatti utile rendere strutturale e automatica la tassazione piatta e agevolata al 5% delle componenti retributive definite nella dimensione aziendale e territoriale per i salari bassi e mediani. La progressività del prelievo si dovrebbe interrompere quando questo incontra le entrate da lavoro subordinato ancorate a parametri di professionalità, produttività, scomodità. In questo modo si sospingerebbero gli investimenti formativi delle imprese, i comportamenti meritevoli dei lavoratori, la contrattazione di prossimità tra le parti. Ma i primi a fare questa richiesta dovrebbero essere i sindacati osservando come la maggiore aliquota penalizza proprio chi sviluppa le proprie abilità, chi raggiunge gli obiettivi assegnati, chi lavora di notte o nei giorni festivi e prefestivi.
Il momento potrebbe essere propizio per una spallata positiva al valore del lavoro.
Maurizio Sacconi
Chairman ADAPT Steering Committee
@MaurizioSacconi