Bollettino ADAPT 11 marzo 2024, n. 10
Il divario tra Cgil e Cisl rischia di diventare insanabile. Nemmeno la reazione agli infortuni mortali di Firenze ha unito le maggiori confederazioni per insanabili contrasti sulle politiche da rivendicare. Fondate su un approccio tutto sanzionatorio per la Cgil, sulla qualificazione delle imprese e dei loro lavoratori nei subappalti per la Cisl. Pesa peraltro anche la crescente dimensione “politicista” delle iniziative Cgil. La sua categoria che riunisce bancari e assicurativi ha indetto per l’8 marzo lo sciopero in tutta la Regione Lazio (che comprende la capitale) contro “la violenza patriarcale”, “l’ascesa delle destre scioviniste in Italia e nel mondo”, “il genocidio a Gaza, per la fine della occupazione sionista”, “la crisi climatica”, dichiarando una “connotazione fortemente internazionalista e antimilitarista contro le guerre della NATO” del loro impegno sindacale.
Senza entrare nel merito, è evidente che risulta difficile la ricerca dell’unità in uno sciopero così definito. Paradossalmente sono risparmiati temi come gli extraprofitti di molte aziende di credito o rivendicazioni più strettamente sindacali in un settore che ha minimizzato l’impiego di risorse umane sostituendole con tecnologie e algoritmi che spesso non riconoscono la capacità dei clienti. Per altro verso la Cisl non ricorre facilmente allo strumento dello sciopero che difende ma considera affidato a straordinarie circostanze. Coerentemente, ha poi promosso la campagna per una legge di sostegno allo sviluppo, su base negoziale, delle esperienze partecipative dei lavoratori alla vita delle imprese. Queste infatti hanno senso solo ove tutto il sindacato mantiene un approccio cooperativo e il datore di lavoro non ha determinato ragioni di conflitto. La riscoperta della identità e delle radici cristiane della organizzazione significa anche rilettura della dottrina sociale della Chiesa e delle sue encicliche, non certo per collateralismo clericale ma per apprezzamento di fonti culturali ben più solide di certa saggistica che trova smentite dai fatti già nel breve periodo.
Insomma, il divario è autentico e profondo. Solo un approccio pragmatico può consentire di individuare il minimo comun determinatore. In ogni caso l’interesse dei lavoratori è innanzitutto una buona, prima ancora che larga, attività di rappresentanza.
Maurizio Sacconi
Chairman ADAPT Steering Committee
@MaurizioSacconi